Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la statale del Sempione,
passando Domodossola, sino all’uscita per Crodo. Usciti
dalla statale seguire le indicazioni per Baceno/Val
Formazza, raggiunto Baceno si prende a sinistra la
strada comunale per il Devero. Dopo circa sette Km.,
poco prima di raggiungere Goglio, si supera il
particolare ponte ad arco e si parcheggia nei pressi
della sbarra posta all’inizio della strada consortile
per Esigo.
Oggi
siamo stati invitati da Flavio (www.cappef.com)
ad una gita in compagnia di Paolo (http://www.paoletto.net)
che, vuole festeggiare il suo compleanno, compiendo il
circuito di Brumei, luogo da lui non ancora visitato.
Dato che anche noi, da tempo avevamo in programma questo
giro, accettiamo di buon grado e ci ritroviamo al solito
posto convenuto per il raduno e in compagnia
raggiungiamo la località di partenza.
Parcheggiata l’auto nei pressi del
ponte a valle di Goglio,
dopo le rituali presentazioni, e terminati i
preparativi; superiamo la sbarra e
ci
incamminiamo
lungo la strada consortile che, in ripida salita,
attraversa un fitto bosco di abeti e sale verso
Esigo. Dopo un breve cammino,
abbandoniamo la strada
per entrare nel bosco e, risalito il vecchio sentiero
raggiungiamo le prime case di Esigo m. 1115 (h0,20)
che ci accoglie con la sua
bella e linda chiesetta
posta in posizione isolata rispetto all’abitato.
Attraversiamo il
caratteristico nucleo di baite,
tutte sapientemente ristrutturate, e proseguiamo lungo
la pista per Bondolero
fino a raggiungere Pontigei e
Agarù m. 1368 (h0,50;1,10). Qui
abbandoniamo la pista sterrata e proseguiamo, seguendo
le
indicazioni poste su di una
pianta, iniziando a risalire il ripido sentiero
che si inerpica nel bosco, in cui risplendono i
magnifici colori dell’autunno, e raggiungiamo ciò che
resta del
Corte Brumei
(h1,05;2,25). Lasciamo l’alpe e, risaliti
il centinaio di metri di quota che ci permettono di
uscire dal bosco, ci ritroviamo sul piano.
Dirigendoci a sinistra, percorriamo tutto l’anfiteatro
posto alla base delle ripide
bastionate rocciose che scendono dal Cistella, e in
breve raggiungiamo il
Lago di
Brumei m. 1978 (h0,45;3,10). Il bacino del
lago è alimentato dalle acque di fusione della neve e in
questo particolare periodo di persistente siccità e
temperature ancora estive, lo ritroviamo senza la
minima presenza di acqua e
tristemente asciutto. Il nostro entusiasmo,
coglie comunque il lato positivo della cosa e
subito lo soprannominiamo “ il lago che non c’è
²
e ci congratuliamo pensando di essere fra i pochi
escursionisti che transitano da queste parti ad aver
potuto godere di questo
spettacolo
naturale.
Sopra di noi, alla nostra sinistra, sulla cresta che
scende dal Corno Cistella, si individua distintamente
l’intaglio del Passo di Brumei o di Deccia verso il
quale ci indirizziamo. Sempre in ripida salita,
guadagniamo la sommità m. 2126 (h0,35;3,45) e da
questo privilegiato punto di osservazione, ci gustiamo
la visione dei
monti che, come in uno scrigno, racchiudono l’Alpe
Devero.
Finalmente abbiamo terminato di salire e ora non ci
resta che calarci lungo l’evidente sentiero che
tagliando il costone del Pizzo Brumei, ci porta a
raggiungere l’Alpe Deccia.
Ci
caliamo nell’ampio e ripido canale
costellato da grossi blocchi, sui quali sostiamo per
concederci la sosta pranzo e festeggiare con una
ristoratrice bevuta
il
compleanno di Paolo.
Terminato il banchetto, ci rimettiamo in cammino e,
percorso il lungo traverso sul costone, raggiungiamo
l’Alpe Deccia
m. 1610 (h1,00;4,45) uno degli alpeggi più grandi
della Valle Antigorio e dove solitamente saliamo con le
ciaspole quando il terreno è innevato. Lo spettacolo
autunnale è in ogni caso altrettanto bello e suggestivo,
in questo periodo abbiamo modo di apprezzare i toni del
rosso e del giallo che avvolgono la natura circostante
per accompagnarla verso l’inverno. La toponomastica di
una
particolare via,
ci invita ad effettuare una nuova sosta per un
ulteriore brindisi alla salute dell’amico Paolo
dopodiché, scattata l’immancabile
foto ricordo,
ci dirigiamo a sinistra seguendo le indicazioni per
Esigo/Pontigei. Il sentiero entra in un bel bosco e con
un lungo traverso, percorse tutte le pieghe della
montagna, si va ad innestare nella famosa “ veia di
squetar
²,
l’antica strada alta percorsa dalle mandrie che da
Mozzio e Crodo, passando per Cravegna, venivano condotte
al pascolo nelle praterie di Devero. Percorriamo il
sentiero che, pianeggiante, percorre il versante
meridionale del Pizzo Brumei e attraversa
grandi ed ombrosi boschi di abete
che sono il regno dei numerosi scoiattoli che danno il
nome alla via.
Superato il Rio Brumei su di un
ponte di legno, in breve raggiungiamo di nuovo le
baite di Agarù e da qui la strada asfaltata che
ripercorriamo in senso opposto a quello di salita, per
ritornare di nuovo in quello
splendido paesino di Esigo (h1,30;6,15) da
cui riguadagniamo in breve l’auto (h0,15;6,30).
Bellissima escursione in luoghi dimenticati e non più
frequentati, su sentieri oramai ridotti ad esili tracce
che, percorsi con attenzione, conferiscono alla gita un
fascino particolare in un ambiente di grande
soddisfazione.
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