Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino all’uscita di Gravellona Toce.
Seguire le indicazioni per il centro di Omega da dove si
prende la strada per la Valle Strona che si segue fino
al termine della valle.
Dopo
lungo tempo ritorniamo a visitare la Valle Strona,
famosa per la lavorazione del legno e, fino a qualche
decennio fa, soprannominata "val di cazzuji" ovvero
valle dei cucchiai perché la produzione principale,
insieme ad altra oggettistica di legno, erano i cucchiai
e i mestoli, negli ultimi decenni gli artigiani del
legno (localmente chiamati gratagamul, ovvero "gratta
tarli") si sono dedicati alla produzione di
statuine di Pinocchio tanto
che oggi la valle è conosciuta come la valle di
Pinocchio. Percorsa, con qualche apprensione, la stretta
e tortuosa strada della valle, raggiungiamo l’antico
borgo di
Campello Monti;
ultimo luogo abitato della valle Strona, un vero
gioiello architettonico di origine walser fondato circa
seicento anni fa da un esiguo gruppo di
contadini-pastori vallesani, provenienti da Rimella, in
Valsesia. Parcheggiata l’auto, scendiamo verso lo Strona
che attraversiamo a guado, e ci incamminiamo lungo la
trattorabile che si indirizza a sinistra. Percorsa una
lunga diagonale ci ritroviamo a guadare una valletta e
giungiamo al punto in cui la strada termina per
diventare un sentiero che continua verso Est e,
scavalcata la pronunciata dorsale, giungiamo sui
pascoli dell’Alpe Pennino Grande
m. 1498 (h0,30). All’alpe solo una casera si
presenta ristrutturata, continuiamo a seguire il
sentiero che, salendo leggermente, scorre alto lungo il
vallone percorso dal Rio dei Dannati per pervenire dopo
una lunga marcia a
La Balma
m. 1671 (h0,25;0,55), poche baite dirute
addossate alle rocce per ripararsi dalle valanghe al
centro di un inselvatichito pascolo e solo una casera si
presenta ristrutturata ed in condizioni accettabili.
Dall’alpe, tenendoci sulla destra, seguiamo le tracce di
sentiero che inizialmente si alzano dolcemente lungo il
pendio erboso per inerpicarsi poi molto più decisamente
lungo un canale per andare ad intersecare il sentiero
che proviene dalla bocchetta del Crak, volgiamo a
sinistra e avvicinandoci alla barriera rocciosa del
Monte Capio, perveniamo al
Passo
dei Rossi m. 2056 (h1,05;2,00) ben
visibile da La Balma. Al Passo ci concediamo una
breve sosta per ristorarci e studiare il percorso
successivo. Dal Passo, risaliamo il detritico e franoso
terreno che scende dalla cresta S.E. per poi spostarci a
percorrere orizzontalmente il tratto che ci conduce a
raggiungere il pendio erboso che risaliamo per giungere
in breve alla
vetta m. 2172
(h0,15,2,15). Purtroppo la giornata si presenta
nuvolosa e solo alcuni sprazzi di sole illuminano le
baite dell’Alpe Pianello e gli incantevoli alpeggi del
versante valsesiano, la situazione non ci demoralizza
per nulla tanto che decidiamo di rientrare su Campello
Monti transitando dalla omonima bocchetta compiendo in
tal modo un interessante giro ad anello. Scattata la
foto ricordo, ritorniamo
all’attacco del pendio erboso da dove, scendendo a
destra, si percorre il tratto della Via delle Creste che
ci porterà alla Bocchetta di Campello. All’inizio del
tratto, un
evidente cartello
informa sulle caratteristiche del percorso che scende in
un
canalone attrezzato con catene
che si presentano poco affidabili in quanto
diversi punti di ancoraggio hanno
ceduto e di conseguenza gli appigli lasciano
molto a desiderare ed è meglio considerarli non
completamente di sicurezza. Ponendo attenzione,
scendiamo lungo il pietroso
canalone e, giunti al suo termine, ritroviamo il
sentiero segnato che continuiamo a seguire sulla destra
mantenendoci alti sul sottostante vallone. Dopo un lungo
traverso, giungiamo finalmente alla
Bocchetta di Campello
m.
1924 (h1,15;3,30) dove sono presenti altri
escursionisti. Qui la mia gloriosa Nikon L16 esala la
sua ultima foto e, per proseguire nell’illustrazione del
testo, mi viene in soccorso il mio socio con le immagini
scattate con i suoi potenti mezzi. Anche oggi dense
nuvole nere e minacciose ci inducono ad affrettare il
passo e, mangiato un boccone di corsa, altrettanto di
corsa ci rimettiamo in cammino.. Molto velocemente
scendiamo lungo il pendio che transitando prima per
l’Alpe Scarpia e successivamente per l’Alpe del Vecchio,
passa vicino il Rio Colma e raggiunge il bellissimo
paese di Campello con le
sue case ben disposte ad ascoltare il sole (h1,00;4,30).
Nonostante le condizioni meteo che ci hanno impedito di
gustarci il panorama, siamo soddisfatti per aver
compiuto un magnifico itinerario ad anello che abbiamo
trovato divertente anche se impegnativo e da percorrere
con la debita prudenza ed attenzione. Il tratto in
discesa dal canalone non è da sottovalutare ed è da
percorrere solo con terreno asciutto. Ripresa l’auto, ci
concediamo una sosta al Museo del Legno dove conosciamo
il simpaticissimo
“ Barba Guéra ”
che, oltre a farci visitare il museo, ci illustra gli
antichi attrezzi usati per
la lavorazione del legno, mostrandoci dal vivo anche
alcune fasi della lavorazione e molta
parte della sua artigianale
produzione. Un personaggio davvero
caratteristico, affezionato alla sua valle ed orgoglioso
delle proprie origini, che si adopera per mantenere vive
le tradizioni della Valle Strona.
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