Val Grande

 Alpeggi di Caprezzo

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:29-Novembre-2011                                                      

 Partenza da: Caprezzo m. 522
 Dislivello totale: m. 551
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,30

Come arrivarci: Da Verbania si sale a Cambiasca e si prende a destra in direzione Valle Intrasca. Prima di raggiungere Ramello, a sinistra si trova la deviazione per Caprezzo.

Ritorniamo a Caprezzo: paese dell’entroterra verbanese posto ai margini del Parco Nazionale della Val Grande, dove eravamo stati a Marzo, per percorre un altro itinerario, non molto frequentato, che si sviluppa fra suggestivi boschi e nella maestosa pineta che si stende sui fianchi settentrionali della val Ganna, dove si incontrano alpeggi ristrutturati come residenze per i fine settimana, accanto ad altri in completa rovina. Raggiunta Caprezzo, saliamo a Piazza Maddalena dove, tra le abitazioni modernamente ristrutturate ne è rimasta una, Cà Burùss, a ricordare come un tempo le case fossero prevalentemente a vocazione rurale con tetti in piode, balconi in legno e ripide scalinate. La casa risalente al 1600, è considerato il miglior esempio di architettura che un tempo caratterizzava il panorama dei borghi montani, si presenta con tre ordini di loggiati lignei sovrapposti che costituiscono una curiosa prospettiva e si propone al visitatore nella sua compatta eleganza. Risaliamo tra le case lungo una scalinata selciata. seguendo le indicazioni per Ad Vel, al bivio pieghiamo a sinistra e, superata la condotta forzata, sfianchiamo una villa di recente ristrutturazione e ci inoltriamo in Val Ganna. Entriamo in un bellissimo castagneto e seguendo tutte le pieghe della montagna, superiamo diverse vallette, e sottopassati i ruderi di Suè m. 754 (h0,15) proseguiamo nel bosco sino ad arrivare allAlpe Ör Rus o Mon Rus m. 841 (h0,30;0,45) dove troviamo alcune baite ristrutturate e operai al lavoro. Poco al disopra dell’alpe, scorre il canale che alimenta la centrale di Ramello, seguiamo il canale che: entra nella valle, supera l’Alpe Cavanna ( che in passato fungeva da colonia estiva per i dipendenti della Nestlè ) e, percorso un lungo tratto in  piano ci ritroviamo all’Alpe Agricola m. 840 (h0,25;1,10) dove anche qui sono in corso lavori di ristrutturazione. Dall’alpe proseguiamo sempre lungo il canale di gronda sino a che raggiungiamo il punto di captazione delle acque con le relative chiuse per regolarne il flusso (h0,10;1,20). Scattate le foto di rito, ritorniamo all’Alpe Agricola dove, dai ruderi delle baite superiori prende avvio la larga mulattiera che, entrando nella pineta, porta all’Alpe Premval m. 975 (h0,25;1,45) e successivamente all’Alpe Ravaione m. 1073 (h0,15;2,00). Dalle ultime baite dell’alpe il sentiero percorre a mezza costa il versante della montagna e raggiunge  alcune baite poste poco più in basso. Il sentiero si fa ora molto più esile e si intravedono solo vaghe tracce di passaggio che seguiamo volgendo a sinistra e, in leggera salita, proseguiamo nel bosco sino a sbucare sull’ampio piazzale della Cappella Porta con adiacente area pic nic (h0,40;2,40). Vista l’ora e la comoda locazione, ci fermiamo per consumare il nostro pranzo e, comodamente seduti al tavolo, ci scattiamo pure la foto ricordo. Rifocillati e riposati Q.B. riprendiamo il cammino e, per poche decine di metri, seguiamo la strada asfaltata sino a che, giunti ad un inutile cartello indicatore, scendiamo a destra raggiungendo subito la solitaria baita dellAlpe Ad Vel Superiore da cui continuiamo ascendere sino ad arrivare al bellissimo Alpe Ad Vel Inferiore m. 923 (h0,20;3,00). L’alpe si presenta  molto ben curato, con i prati regolarmente sfalciati che circondano un cospicuo numero di rustici restaurati posti in posizione panoramica, con bella vista sul Lago Maggiore. In posizione discosta, al margine dei prati, si erge  una curiosa cappella, che presenta nicchie sui quattro lati e che richiederebbe un urgente intervento risanatore. Dalle baite inferiori dell’alpe scendiamo lungo un evidente sentiero che ci riporta alle baite di Ör Rus da cui, per non ripercorrere il sentiero mattutino, proseguiamo lungo il canale fino a raggiungere la strada asfaltata che collega Caprezzo con la Cappella Porta. Seguiamo la strada in direzione di Caprezzo sino a che, dopo una curva, incontriamo un gentile e baffuto signore che ci consiglia di visitare l’Alpe Pont, tra i più belli della zona, che avevamo tralasciato scendendo direttamente a Mon Rus. Seguendo  il consiglio, ritorniamo sui nostri passi e, superato l’invaso in cui vengono convogliate le acque trasportate dalla condotta su cui abbiamo camminato a lungo, risaliamo a visitare il bellissimo poggio su cui sorgono le numerose baite dell’Alpe Pont. Ritornati sulla strada, scendiamo nuovamente e raggiungiamo di nuovo il baffuto signore intento a ripulire la strada dal fogliame e a liberare le cunette per lo scolo delle acque piovane ( il tutto a titolo di puro volontariato ). Ci fermiamo di nuovo a fare quattro chiacchiere e parlando scopriamo che il signore è Renato Bavagnoli, la Guida Escursionistica Ambientale di Verbania - Guida ufficiale del Parco Nazionale Val Grande e Istruttore di Nordic Walking  che partito lo scorso 9 giugno da Trieste ha compiuto in solitaria la traversata integrale delle Alpi, lungo l'itinerario Rosso della Via Alpina arrivando sino al Principato di Monaco camminando per ben 93 giorni per uno sviluppo complessivo di quasi 3.000 km. con un dislivello di circa 150.000 metri. Non ci lasciamo scappare l’occasione e ci intratteniamo in una piacevole e lunghissima chiacchierata, e saremmo ancora lì ad ascoltare se non avessimo dovuto rientrare su casa. Salutiamo e ringraziamo l’affabile Renato e affrettando il passo raggiungiamo Caprezzo dove transitiamo lungo la “ Via alle Fonti ”; la via in porfido e ciottoli di fiume che, attraversando il paese, unisce due caratteristici lavatoi in sasso fatti edificare dal cavalier Verazzi nel 1885. Vista l’occasione, visitiamo anche la costruzione della vecchia Latteria Sociale, attiva fino al 1961  sul cui fianco è ancora installata la ruota idraulica in ferro che, sfruttando la forza dell’acqua del Rio Forignone, faceva ruotare all’interno dell’edificio la zangola del burro. Termina così la nostra visita a Caprezzo, in dialetto “ Cavresc ”, che non è il paese delle capre, ma il cui nome sembra derivi da Capricium, Cavretium, Capretium, veramente “ Un capriccio da scoprire ”. 

L’idea di compiere questa escursione ci è venuta consultando il sito http://www.in-valgrande.it di Ferruccio Rossi: grande ed appassionato frequentatore della Val Grande, a cui vanno i nostri complimenti per le accurate relazioni illustrate da straordinarie immagini.