Come arrivarci:
Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede
lungo la SS 33 del Sempione sino a Varzo, si segue la
strada che risale la Val Cairasca in direzione di San
Domenico: superato l’abitato di Varzo, si prende a
destra seguendo le indicazioni per Coggia/ Dreuza.
Superata la frazione di Coggia, si prosegue in direzione
di Dreuza dove in prossimità del cartello di divieto di
transito si parcheggia l’auto.
![](../Cartine%20in%20miniatura/Rifugio%20Crosta/Cartina%20Rif.Crosta.jpg)
Lasciamo l’auto nel
piccolo
spiazzo all’ingresso della frazione e, ultimati i
preparativi, ci incamminiamo lungo la strada dove, sulla
sinistra, troviamo l’inizio del sentiero con
l’indicazione Alpe Solcio. Attraversato il
borgo di Valera proseguiamo
sempre a sinistra, seguendo il sentiero estivo, percorso
un breve tratto, raggiungiamo la strada ad uso
silvo-pastorale che abbandoniamo poco dopo per
seguire per: Alvaz,
Varunjin, Raiozz (h0,15) e la ben evidente
indicazione per il Rifugio Crosta. Il sentiero risale
lungo
antiche roncature e
raggiungiamo il
bivio a quota m.
1240 in località La Baratta (h0,20;0,35),
tralasciamo il sentiero di destra che sale al Passo
della Colmine, e procediamo su quello di sinistra che,
dapprima in piano poi in leggera salita attraversa
alcuni alpeggi ben tenuti
da cui si gode di una panoramica
visuale sulla valle sottostante. Il sentiero si
immette ora nella pineta del Vallè dove incontriamo una
cappelletta, dedicata alla
Madonna (h0,35;1,10) ancora abbondantemente
ricoperta di neve. Continuando nella pineta,
vecchi cartelli di legno
confermano il nostro percorso, incontriamo il
bivio per Astolo e poco
dopo sbuchiamo sulla radura in cui sorgono le stupende
baite di Quartina di Sotto
(h0,20;1,30) che ancora
dormono sotto una spessa coltre di neve. La
giornata è stupenda ed il freddo ha allentato la sua
morsa, il sole ha mitigato la gelida temperatura
mattutina e la neve zuccherina si trasforma crepitando
al ritmo della cadenza dei nostri passi, procediamo nel
nostro cammino e ci ritroviamo sulla pista battuta che
seguiamo sino a che la stessa raggiunge il bivio m. 1647
(h0,15;1,45) dove si incrocia il
tracciato che sale da Maulone.
Svoltiamo a destra e seguiamo la battuta pista che entra
nel vallone di Solcio,
sullo
sfondo spicca l’evidente guglia del Pizzo Boni,
risaliamo il pendio su cui sorgono le baite dell’Alpe Solcio ed ecco apparire ai nostri occhi la costruzione
del Rifugio Crosta m. 1751
(h0,15;2,00) che; immerso nella neve, nel
silenzio dell’inverno, sotto un cielo con leggere
velature, rammenta un paesaggio tipico delle fiabe
nordiche. Veniamo accolti calorosamente dai gestori,
Marina ed Enrico, da noi conosciuti sul finire del 2008
al termine della loro prima appassionata stagione al
Rifugio Pietro Crosta. Affascinati dalle bellezze del
comprensorio dell’Alpe Solcio, che è divenuto “ il loro
paradiso ″, hanno continuato a gestire il rifugio
apportando notevoli migliorie che gli hanno consentito
di tenerlo aperto anche nel periodo invernale. Mentre
Marina predispone per il pranzo, ci aggiriamo per l’alpe
fino a che veniamo richiamati per il “ rancio ″...ottimo
ed abbondante, nel frattempo veniamo raggiunti da
Mauro che, con
altri escursionisti di Varese,
hanno raggiunto il rifugio approfittando della bella
giornata. Dopo il
brindisi di
Marina, Enrico e dei presenti, per festeggiare il
compleanno di Claudio, il tutto immancabilmente ripreso
dal
nostro ineguagliabile
documentarista Flavio (
www.cappef.com ), ci ritroviamo tutti all’esterno
per una
foto di gruppo a
cui partecipano anche Mino e Stefano, saliti ad aiutare
i gestori a reintegrare la scorta di legna, e
Carlo in gita scialpinistica. Salutiamo la simpatica
compagnia e ci incamminiamo lungo il percorso seguito
all’andata, che si presenta più difficoltoso per il
manifestarsi del
solito folletto
che effettua fulminee incursioni, non senza però
rimanerne a sua volta vittima.
Soddisfatti per la stupenda giornata, trascorsa in un
ambiente da favola, ritorniamo alla macchina (h1,15;3,15).
Escursione priva di qualsiasi pericolo effettuabile con
qualsiasi condizione di neve. Lontano dagli impianti di
risalita, si percorrono nel silenzio della natura i
pendii imbiancati. Oltre a ringraziare i gestori per la
cortesia ed affabilità dimostrataci, ci complimentiamo
con loro per la volontà e l’impegno con cui si adoperano
per far rivivere questo angolo di montagna.
![](../Uso%20sito%202010/home%20005.gif) |