Val Divedro

Rifugio Crosta-Alpe Solcio m.1751

Partecipanti:
 Gita effettuata in data : 27-Gennaio-2010                                                      

 Partenza da: Dreuza m. 1000
 Dislivello totale : m. 757
 Difficoltà : E
 Effettivo cammino h: 3,15

Come arrivarci: Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede lungo la SS 33 del Sempione sino a Varzo, si segue la strada che risale la Val Cairasca in direzione di San Domenico: superato l’abitato di Varzo, si prende a destra seguendo le indicazioni per Coggia/ Dreuza. Superata la frazione di Coggia, si prosegue in direzione di Dreuza dove in prossimità del cartello di divieto di transito si parcheggia l’auto.

Lasciamo l’auto nel piccolo spiazzo all’ingresso della frazione e, ultimati i preparativi, ci incamminiamo lungo la strada dove, sulla sinistra, troviamo l’inizio del sentiero con  l’indicazione Alpe Solcio. Attraversato il borgo di Valera proseguiamo sempre a sinistra, seguendo il sentiero estivo, percorso un breve tratto, raggiungiamo la strada ad uso silvo-pastorale che abbandoniamo poco dopo per seguire per: Alvaz, Varunjin, Raiozz (h0,15) e la ben evidente indicazione per il Rifugio Crosta. Il sentiero risale lungo antiche roncature e raggiungiamo il bivio a quota m. 1240 in località La Baratta (h0,20;0,35), tralasciamo il sentiero di destra che sale al Passo della Colmine, e procediamo su quello di sinistra che, dapprima in piano poi in leggera salita attraversa alcuni  alpeggi ben tenuti da cui si gode di una panoramica visuale sulla valle sottostante. Il sentiero si immette ora nella pineta del Vallè dove incontriamo una cappelletta, dedicata alla Madonna (h0,35;1,10) ancora abbondantemente ricoperta di neve. Continuando nella pineta, vecchi cartelli di legno confermano il nostro percorso, incontriamo il bivio per Astolo e poco dopo sbuchiamo sulla radura in cui sorgono le stupende baite di Quartina di Sotto (h0,20;1,30) che ancora dormono sotto una spessa coltre di neve. La giornata è stupenda ed il freddo ha allentato la sua morsa, il sole ha mitigato la gelida temperatura mattutina e la neve zuccherina si trasforma crepitando al ritmo della cadenza dei nostri passi, procediamo nel nostro cammino e ci ritroviamo sulla pista battuta che seguiamo sino a che la stessa raggiunge il bivio m. 1647 (h0,15;1,45) dove si incrocia il tracciato che sale da Maulone. Svoltiamo a destra e seguiamo la battuta pista che entra nel vallone di Solcio, sullo sfondo spicca l’evidente guglia del Pizzo Boni, risaliamo il pendio su cui sorgono le baite dell’Alpe Solcio ed ecco apparire ai nostri occhi la costruzione del Rifugio Crosta m. 1751 (h0,15;2,00) che;  immerso nella neve, nel silenzio dell’inverno, sotto un cielo con leggere velature, rammenta un paesaggio tipico delle fiabe nordiche. Veniamo accolti calorosamente dai gestori, Marina ed Enrico, da noi conosciuti sul finire del 2008 al termine della loro prima appassionata stagione al Rifugio Pietro Crosta. Affascinati dalle bellezze del comprensorio dell’Alpe Solcio, che è divenuto “ il loro paradiso ″, hanno continuato a gestire il rifugio apportando notevoli migliorie che gli hanno consentito di tenerlo aperto anche nel periodo invernale. Mentre Marina predispone per il pranzo, ci aggiriamo per l’alpe fino a che veniamo richiamati per il “ rancio ″...ottimo ed abbondante, nel frattempo veniamo raggiunti da Mauro che, con altri escursionisti di Varese, hanno raggiunto il rifugio approfittando della bella giornata. Dopo il brindisi di Marina, Enrico e dei presenti, per festeggiare il compleanno di Claudio, il tutto immancabilmente ripreso dal nostro ineguagliabile documentarista Flavio ( www.cappef.com ), ci ritroviamo tutti all’esterno per una foto di gruppo a cui partecipano anche Mino e Stefano, saliti ad aiutare i gestori a reintegrare la scorta di legna,  e Carlo in gita scialpinistica. Salutiamo la simpatica compagnia e ci incamminiamo lungo il percorso seguito all’andata, che si presenta più difficoltoso per il manifestarsi del solito folletto che effettua fulminee incursioni, non senza però rimanerne a sua volta vittima. Soddisfatti per la stupenda giornata, trascorsa in un ambiente da favola, ritorniamo alla macchina (h1,15;3,15). Escursione priva di qualsiasi pericolo effettuabile con qualsiasi condizione di neve. Lontano dagli impianti di risalita, si percorrono nel silenzio della natura i pendii imbiancati. Oltre a ringraziare i gestori per la cortesia ed affabilità dimostrataci, ci complimentiamo con loro per la volontà e l’impegno con cui si adoperano per far rivivere questo angolo di montagna.