Val Antigorio

Salecchio-Vova-Chioso

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 7-Febbraio-2010                                                      

 Partenza da: Passo di Premia m. 787
 Dislivello totale : m. 820
 Difficoltà : E
 Effettivo cammino h: 3,15

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Crodo. Da qui si prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e Formazza; superato Baceno si raggiunge la frazione Passo ( 9,5 Km ). Poco oltre, un cartello sulla sinistra indica la strada per Salecchio.

Il trasmettere nel tempo, di generazione in generazione, la memoria di eventi sociali o storici, delle usanze, delle credenze religiose che conservano un contenuto affettivo, viene comunemente definita “ tradizione popolare ″ gli arcaici riti propiziatori dei contadini, legati alla fine dell’inverno e all’arrivo della primavera, rivivono oggi come forme di  tradizioni popolari con momenti di aggregazione sociale e divertimento che  consolidano i legami collettivi. Una conferma del legame che la gente di montagna ha con gli usi e costumi della cultura rurale e alpina, per mantenere viva la tradizione, la si ha salendo a Salecchio Inferiore per assistere alla suggestiva e folcloristica festa della candelora. In questa occasione il villaggio, abbandonato in via definitiva negli anni sessanta, rivive e una moltitudine di persone sale su questo terrazzamento naturale, che si estende su un'alta parete rocciosa, per continuare la tradizione, partecipare alla Messa, alla benedizione delle candele e al pranzo, ritrovandosi in un’atmosfera a mezzo tra il sacro ed il profano e far festa in compagnia di vecchi amici che in alcuni casi si rincontrano solo in questa ricorrenza. Arriviamo a Passo che sono le ore 8,30 e già sono presenti un gran numero di autovetture, troviamo in ogni caso un parcheggio e, ultimati i preparativi, iniziamo a risalire i ripidi tornanti che ci conducono all’imbocco della galleria. Le gelide temperature di questo ultimo periodo, ci impediscono di salire lungo l’antico sentiero, sovrastato da grossi accumuli di ghiaccio, per cui seguendo il percorso consigliato, raggiungiamo l’ingresso della galleria (h0,45). Aiutandoci con la luce di una pila, la superiamo sbucando sui prati inferiori di Salecchio da dove arriviamo in breve alla candida costruzione della Chiesa dedicata all’Assunta (h0,30;1,15) con annesso minuscolo cimitero, adornato di croci gotiche immerse nella neve, e con le lapidi che serbano ricordo di chi quassù ha trascorso la sua miserabile esistenza. Dal campanile, risuonano rintocchi che si ripercuotono per tutta la valle, e sul piazzale il comitato organizzatore è in piena attività. Respirata l’atmosfera della festa, proseguiamo per salire a Salecchio Superiore, ed incontriamo Marco e Maria Luisa del CAI Desio. Superato un torrentello, continuiamo sul sentiero che conduce, prima alla Cappella delle Croci (h 0,20;1,35) e, successivamente, in quel di Salecchio Superiore m. 1509 (h 0,15;1,45). Durante il percorso, osserviamo le scure case in legno del villaggio ed notiamo gli orrendi “larici metallici” che percorrono tutto il versante della montagna, straziando uno scenario di rara bellezza, oltre che di valore storico; se si considera che in questi luoghi il tempo veniva calcolato in modo tradizionale sul calar del sole per sfruttare al meglio le ore di luce, si resta perplessi nel vedere questo triste spettacolo. Quando arriviamo io e Franco, troviamo Flavio ( www.cappef.com ) e gli altri amici che nell’attesa hanno già fatto conoscenza con Paola, Massimo ed il loro "gomitolone"  e con i quali, prima di ripartire, scattiamo una foto di gruppo a ricordo del piacevole incontro. Salutati i nuovi amici, riprendiamo il cammino e ci dirigiamo verso Case Francoli m. 1555 (h 0,20;2,05) dove incontriamo Deborah, Fabio ( http://fabio-trekker.blogspot.com/ ), Danilo e altri “ Malati di Montagna ″ saliti da Chioso. Lontani dai rumori della festa, sostiamo per consumare un rapido spuntino e per scattare la classica foto ricordo. Riprendendo il cammino, ci indirizziamo verso le Alpi di Vova m. 1448(h 0,20;2,25), scendiamo ciaspolando fino a raggiungere la chiesetta dedicata a S. Antonio. Qui giunge la strada poderale che sale da Chioso, tornante dopo tornante, percorriamo la strada abbondantemente innevata e seguendo a tratti le scorciatoie che ricalcano l’antico tracciato, raggiungiamo Chioso (h 0,50;3,15).  Giunti sulla carrozzabile Flavio, trova un gentile automobilista che accompagnandolo a riprendere l’auto ci risparmia di percorrere un lungo tratto di noiosa strada asfaltata per ritornare al parcheggio. Al termine della piacevole giornata, considerato che nelle predizioni meteorologiche la Candelora segna per lo più la fine dell'inverno, azzardiamo anche noi la nostra previsione meteorologica. Ricordandoci di alcuni luoghi in cui la Candelora viene anche definita “ il giorno dell’orso ″ e della credenza che sostiene che in questo particolare giorno, l'orso esca dalla tana a vedere che tempo fa: se è nuvolo, con tre salti annuncia finito l'inverno, se è sereno, rientra nella tana prevedendo altri quaranta giorni di freddo. Non potendo osservare il plantigrado, difficilmente reperibile alle nostre latitudini, ricorriamo all’antico e più casereccio proverbio che recita: “per la candelora dall'inverno siamo fora”; però “se è sole o solicello ce n'è un altro mesarello”. Poco convinti anche di questo detto, decidiamo di affidarci al principio meteorologico della persistenza secondo cui: il clima dei primi giorni di Febbraio tende a conservarsi anche per il resto del mese; nella speranza che almeno questo corrisponda a verità annotiamo che oggi era una bella giornata soleggiata con una temperatura quasi mite... staremo a vedere!

Rientrati nelle nostre case apprendiamo, dai mezzi di comunicazione, che la giornata è stata funestata dal grave incidente in cui, per il distacco di uno di quei lastroni di ghiaccio visti al mattino, hanno perso la vita due persone.