Val Sesia

Lago Grande di Scarpia 2279

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 7-Ottobre-2010                                                      

 Partenza da: Rassa m. 917
 Dislivello totale: m. 1360
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 6,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme. quindi SS299 per Alagna; arrivati a Quare, si abbandona la statale, si piega a sinistra e, valicato il ponte sul fiume Sesia,  si risale la carrozzabile della Val Sorba arrivando dopo circa 4 Km. a Rassa.

Lasciata l’auto, raggiungiamo il ponte ad arco che supera il torrente Gronda dove prende avvio l’itinerario contrassegnato dal segnavie N° 61. Il tracciato della vecchia mulattieria oggi è ricoperto da un manto di asfalto,  procediamo in leggera salita ed in breve raggiungiamo la Cappelletta di San Nicolao e successivamente la località Pian Molino m. 999 dove, su di un altro ponte di pietra, riattraversiamo il torrente. Lasciate alla nostra destra le frazioni di Oro e Ortigoso, collocate allo sbocco del Vallone di Vasnera,  sopraggiungiamo alla Cappella dei “ Riveit ” m. 1120 (h0,30), da dove svoltando a destra prende avvio l’itinerario N° 62 che entra in Val Sassolenda e con comodi e ampi tornanti, che si snodano lungo il percorso, diventato di nuovo mulattiera, porta a Piana m. 1193 (h0,10;0,40), graziosa frazione ingentilita dalla sua monumentale fontana. Inoltrandosi fra le sue caratteristiche costruzioni, giungiamo alla piazzetta dove troviamo le indicazioni per la prosecuzione dell’itinerario che punta in direzione dei prati a monte e, piegando a sinistra, entra in Val Sassolenda per iniziare ad attraversare i suoi ripidi versanti. Il sentiero guada prima il Rio Guarnaschi, che scende dalla Punta Vasnera occidentale, e poco dopo il Torrente Sassolenda che Flavio ( www.cappef.com ) supera con grande agilità. Per un breve tratto proseguiamo sul versante destro lasciando alla sinistra l’Alpe Torba m 1412 e dopo aver guadato di nuovo il torrente, il sentiero descrive lunghi tornanti tra betulle ed arbusti prima di raggiungere il Croso del Vallè che anticipa l’Alpe Sassolenda m. 1642 (h1,00;1,40). L’Alpe è di proprietà della famiglia Guglielmina che ancora continua a inalparlo regolarmente con mucche e capre, la dedica scritta su di una lastra di pietra sta a significare il particolare valore e quanto sia importante per loro l’alpe tanto da definirlo “un sogno”. Oltrepassiamo l’alpeggio giungendo di nuovo al Torrente Sassolenda che superiamo, per poi salire sul ripido prato e, superato uno stretto passaggio fra le rocce, continuiamo per ripidi tornanti a risalire il lungo dosso che ci porta all’Alpe Scarpia m. 1999 (h0,50;2,30). Dall’Alpe il sentiero diventa un’esile traccia, sempre ben segnata, e percorre il cono detritico che scende dalla Punta Ventularo m. 2494 che ci sovrasta, per poi innalzarsi di nuovo ripidissimo e raggiungere l’Alpe Laghetto m. 2219, il più alto alpeggio del Comune di Rassa, caratterizzato da due ometti di pietra. Poco oltre l’alpeggio, in una depressione risplende il Lago Piccolo di Scarpia m. 2219 (h0,30;3,00) che ha una singolare forma di cuore; attraversiamo il detrito di falda e raggiungiamo l’invaso del Lago Grande di Scarpia m. 2277 (h0,15;3,15) da cui si origina il Torrente Sassolenda. Dal Lago si allontana, piegando a sinistra, l’itinerario 61b che attraverso il valico di Canal Rossone comunica con la Val Gronda, mentre il nostro itinerario, prosegue sulla destra del lago e  arrampicandosi fra il ripido detrito imbocca  il canalone che, in circa 30 minuti conduce al Colle del Campo m. 2400, il valico, che si apre fra il Becco di Cossarello m. 2665 e la Corna Rossa m. 2552, permette di transitare in Val Artogna seguendo il segnavie 74. Purtroppo le condizioni meteo non sono ottimali ed una densa coltre nebbiosa sembra ribollire e risalire dal lago come il vapore da un enorme calderone, conferendo allo stesso un aspetto da scenario dantesco; decidiamo pertanto di fermarci al lago per consumare un veloce spuntino, scattare l’abituale foto ricordo e poi rimetterci in cammino per ripercorrere a ritroso lo stesso itinerario di salita. Raggiungiamo nuovamente l’Alpe Sassolenda (h1,10;4,25) e ripercorrendo il lungo traverso nel bosco misto, ci ritroviamo nella piazzetta di Piana dove effettuiamo una sosta scambiando quattro chiacchiere con alcuni frequentatori del luogo, molto cortesi, ospitali e prodighi di suggerimenti. Infatti ci consigliano di scendere di nuovo a Rassa seguendo il percorso del sentiero dell’arte che si sviluppa in zona boscata, evitandoci in tal modo di percorrere un buon tratto di strada asfaltata. Seguiamo il consiglio, e ci indirizziamo a sinistra raggiungendo il bell’Oratorio di San Bernardo per poi proseguire fino alla frazione Ortigoso, dove sorge la Cappella della Madonna delle Grazie, abbellita dal suo pittoresco campanile e da qui, piegando a sinistra, raggiungiamo di nuovo la strada asfaltata nei pressi del ponte di Pian Molino. Non ci resta che compiere il breve tragitto che ci riporta al ponte, a cui fa da sfondo un bellissimo bosco misto in cui la luce autunnale brilla di una indescrivibile ricchezza di toni e colori, da dove aveva preso il via nostro itinerario (h1,35;6,00). Stanchi ma soddisfatti, nonostante la meteo non sia stata delle migliori, riguadagniamo l’auto e complimentandoci a vicenda facciamo ritorno alle rispettive abitazioni. Bella gita,  contraddistinta dal fragore tumultuoso dell'acqua che scorre che ci ha accompagnato lungo tutto il nostro percorso, lunga e con un notevole dislivello da superare.