Come arrivarci:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme.
quindi SS299 per Alagna; arrivati a Quare, si abbandona
la statale, si piega a sinistra e, valicato il ponte sul
fiume Sesia, si risale la carrozzabile della Val
Sorba arrivando dopo circa 4 Km. a Rassa.

Lasciata l’auto, raggiungiamo il
ponte ad arco che supera il torrente Gronda
dove prende avvio l’itinerario contrassegnato dal
segnavie N° 61. Il tracciato della vecchia mulattieria
oggi è ricoperto da un manto di asfalto,
procediamo in leggera salita ed in breve raggiungiamo la
Cappelletta di San Nicolao e successivamente
la località Pian Molino m. 999 dove, su di un altro
ponte di pietra, riattraversiamo il torrente.
Lasciate alla nostra destra le frazioni di Oro e
Ortigoso, collocate allo sbocco del Vallone di Vasnera,
sopraggiungiamo alla
Cappella dei “ Riveit ” m. 1120 (h0,30),
da dove svoltando a destra prende avvio l’itinerario N°
62 che entra in Val Sassolenda e con comodi e ampi
tornanti, che si snodano lungo il percorso, diventato
di nuovo mulattiera, porta a Piana m. 1193
(h0,10;0,40), graziosa frazione ingentilita dalla
sua
monumentale fontana. Inoltrandosi fra le sue
caratteristiche costruzioni, giungiamo alla piazzetta
dove troviamo le indicazioni per la prosecuzione
dell’itinerario che punta in direzione dei prati a monte
e, piegando a sinistra, entra in Val Sassolenda per
iniziare ad attraversare i suoi ripidi versanti. Il
sentiero guada prima il Rio Guarnaschi, che scende dalla
Punta Vasnera occidentale, e poco dopo il
Torrente Sassolenda che Flavio (
www.cappef.com ) supera con grande agilità. Per un
breve tratto proseguiamo sul versante destro lasciando
alla sinistra l’Alpe Torba m 1412 e dopo aver guadato di
nuovo il torrente, il sentiero descrive lunghi tornanti
tra betulle ed arbusti prima di raggiungere il Croso del
Vallè che anticipa
l’Alpe Sassolenda m. 1642 (h1,00;1,40).
L’Alpe è di proprietà della famiglia Guglielmina che
ancora continua a inalparlo regolarmente con mucche e
capre, la
dedica scritta su di una lastra di pietra sta
a significare il particolare valore e quanto sia
importante per loro l’alpe tanto da definirlo
“un sogno”. Oltrepassiamo l’alpeggio
giungendo di nuovo al Torrente Sassolenda che superiamo,
per poi salire sul ripido prato e, superato uno stretto
passaggio fra le rocce, continuiamo per ripidi tornanti
a risalire il lungo dosso che ci porta
all’Alpe Scarpia m. 1999 (h0,50;2,30).
Dall’Alpe il sentiero diventa un’esile traccia, sempre
ben segnata, e percorre il cono detritico che scende
dalla Punta Ventularo m. 2494 che ci sovrasta, per poi
innalzarsi di nuovo ripidissimo e raggiungere l’Alpe
Laghetto m. 2219, il più alto alpeggio del Comune di
Rassa, caratterizzato da due ometti di pietra. Poco
oltre l’alpeggio, in una depressione risplende il
Lago Piccolo di Scarpia m. 2219 (h0,30;3,00)
che ha una singolare forma di cuore; attraversiamo il
detrito di falda e raggiungiamo l’invaso del
Lago Grande di Scarpia m. 2277 (h0,15;3,15)
da cui si origina il Torrente Sassolenda. Dal Lago si
allontana, piegando a sinistra, l’itinerario 61b che
attraverso il valico di Canal Rossone comunica con la
Val Gronda, mentre il nostro itinerario, prosegue sulla
destra del lago e arrampicandosi fra il ripido detrito
imbocca il canalone che, in circa 30 minuti
conduce al Colle del Campo m. 2400, il valico, che si
apre fra il Becco di Cossarello m. 2665 e la Corna Rossa
m. 2552, permette di transitare in Val Artogna seguendo
il segnavie 74. Purtroppo le condizioni meteo non sono
ottimali ed una
densa coltre nebbiosa sembra ribollire e
risalire dal lago come il vapore da un enorme calderone,
conferendo allo stesso un aspetto da scenario dantesco;
decidiamo pertanto di fermarci al lago per consumare un
veloce spuntino, scattare l’abituale
foto ricordo e poi rimetterci in cammino per
ripercorrere a ritroso lo stesso itinerario di salita.
Raggiungiamo nuovamente l’Alpe Sassolenda (h1,10;4,25)
e ripercorrendo il lungo traverso nel bosco misto, ci
ritroviamo nella piazzetta di Piana dove effettuiamo una
sosta scambiando quattro chiacchiere con alcuni
frequentatori del luogo, molto cortesi, ospitali e
prodighi di suggerimenti. Infatti ci consigliano di
scendere di nuovo a Rassa seguendo il percorso del
sentiero dell’arte che si sviluppa in zona boscata,
evitandoci in tal modo di percorrere un buon tratto di
strada asfaltata. Seguiamo il consiglio, e ci
indirizziamo a sinistra raggiungendo il bell’Oratorio
di San Bernardo per poi proseguire fino alla
frazione Ortigoso, dove sorge la
Cappella della Madonna delle Grazie,
abbellita dal suo pittoresco campanile e da qui,
piegando a sinistra, raggiungiamo di nuovo la strada
asfaltata nei pressi del ponte di Pian Molino. Non ci
resta che compiere il breve tragitto che ci riporta al
ponte, a cui fa da sfondo un bellissimo bosco
misto in cui la luce autunnale brilla di una
indescrivibile ricchezza di toni e colori, da dove aveva
preso il via nostro itinerario (h1,35;6,00).
Stanchi ma soddisfatti, nonostante la meteo
non sia stata delle migliori, riguadagniamo l’auto e
complimentandoci a vicenda facciamo ritorno alle
rispettive abitazioni. Bella gita, contraddistinta
dal
fragore tumultuoso dell'acqua che scorre che ci ha
accompagnato lungo tutto il nostro percorso, lunga e con
un notevole dislivello da superare.
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