Come arrivarci:
Da Verbania si sale in direzione di Santino da cui si
svolta a sinistra seguendo le indicazioni Alpe Ompio che
si raggiunge dopo aver percorso circa 7 Km. di strada
asfaltata che sale armoniosamente tra i boschi del
versante meridionale del Monte Castello.
Contrariamente alle nostre abitudini, oggi avevamo in
programma una gita in giorno festivo che aveva come
scopo la partecipazione alla festa dell’Alpe Agro in Val
Divedro. Giunti in quel di Gravellona veniamo avvisati
che la manifestazione a cui eravamo diretti veniva
annullata causa pioggia per cui abbiamo dovuto in fretta
e furia pensare ad una alternativa pur di non darla
vinta a questa bizzarra primavera. Uno sguardo alle
dense nuvole, che comunque non promettono nulla di
buono, e si decide di salire la montagna di casa per gli
abitanti di San Bernardino Verbano: il Monte Faič,
l’antico maggengo della comunitŕ di Rovegro posto ai
margini di una delle zone piů aspre e selvagge del Parco
Nazionale Valgrande, passando per Corte Buč e la Colma
di Vercio. Raggiunto
il termine della strada asfaltata,
ultimiamo i preparativi e Flavio (
www.cappef.com ) ci mostra
la “divisa”
realizzata in occasione della recente 24 ore di Finale
Ligure, Nick non vuol essere da meno e indossa
la maglietta
riportante il logo dell’ultimo rifugio visitato,
mostrandoci quanto riportato sul lato “B”. Al termine
della sfilata, ci incamminiamo lungo la strada cementata
raggiungendo il
Rifugio Fantoli
(h0,15) che oltrepassiamo per risalire il
sentierino segnato che, raggiunge le baite superiori di
Ompio e prosegue diagonalmente sino a raggiungere una
sella su cui č posta una bacheca che segnala il limite
“
al confine tra due mondi ”
(h0,15;0,30). Lasciamo a sinistra il sentiero che
conduce alla cima del Monte Faič e ci inoltriamo nel
mondo dei faggi e delle
felci, che adornano la valle
affrescandola con il loro verde intenso tanto da
prevalere sul grigiore circostante. Percorso un lungo
traverso, superate diverse vallette, siamo in vista ( si
fa per dire data la giornata) dei diversi nuclei di
baite, molte delle quali ridotte a ruderi,
dell’Alpe Corte Buč
m. 888 (h1,10;1,40) e siccome incomincia anche a
piovere cerchiamo riparo nei pressi del
Bivacco del Gruppo Escursionisti Valgrande
che, rigorosamente chiuso, di riparo ne offre ben poco.
Fortunatamente l’intensitŕ della pioggia non aumenta per
cui ci incamminiamo nuovamente, superiamo la
cappelletta dell’alpe
e raggiungiamo la
solitaria baita
immersa in un mare verde in cui spiccano
bianchi e profumati narcisi.
Raggiungiamo il bosco e ci incamminiamo a sinistra
cercando di non perdere di vista i rari ometti che
costituiscono gli unici segnavie esistenti, dopo un
lungo traversone le tracce si fanno piů evidenti e si
entra di nuovo nella faggeta dove si incrocia la
mulattiera che, con tornanti lenti e regolari, supera i
resti della teleferica
usata nel periodo dei grandi disboscamenti. Continuiamo
a percorre la faggeta, animata da
inquietanti figure
che si spostano nella nebbia, ed in breve sbuchiamo
sulla Colma di Vercio m. 1250 (h1,05;2,45) dove
permangono i resti della teleferica che trasportava il
legname a Mergozzo. Le sfavorevoli condizioni di
visibilitŕ, ci impediscono di osservare la sottostante
piana ossolana, pertanto riteniamo inutile la discesa a
Vercio per poi far rientro a Ompio. Dirigendoci a
sinistra, raggiungiamo
l’Alpe Pianezza
m. 1291 da cui, continuando sul filo di cresta
guadagniamo la sommitŕ del Monte Faič m. 1352 (0,15;3,00),
che prende il nome dal fitto faggeto che ricopre il
versante valgrandino, e da noi percorso per arrivare in
vetta. Sostiamo per consumare il nostro abituale pasto
e, nonostante la scarsa visibilitŕ, scattiamo la solita
foto ricordo
prima di iniziare a scendere la direttissima che scorre
lungo il costone della montagna. Con il passare del
tempo, l’aria va riscaldandosi e dense nubi di vapore
acqueo incominciano ad alzarsi permettendoci la visione
di
scorci panoramici
sui laghi di Mergozzo, Maggiore e d’Orta. Ritorniamo ad
Ompio, “Numpi” nel dialetto del luogo, ed il sole č
riuscito nel frattempo a sbaragliare quasi completamente
la spessa coltre di nubi permettendoci di lanciare un
ultimo ( o forse č meglio dire un primo ) sguardo al
dirimpettaio
Monte Todum
che anticipa il Pizzo Pernice, il Monte Todano ed il
Passo della Forcola. Quando il sole riesce a prevalere
sulle consistenti masse nuvolose, siamo oramai al
termine della nostra “gita di ripiego” (h0,30;3,30)
che, anche se effettuata in condizioni meteo non
ottimali, ci ha permesso di sgranchirci le gambe
regalandoci una apprezzabile giornata.
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