Val Grande

Monte Faič m. 1352

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 30-Maggio-2010                                                      

 Partenza da: Ompio m. 980
 Dislivello totale: m. 445
 Difficoltŕ: E
 Effettivo cammino h: 3,30

Come arrivarci: Da Verbania si sale in direzione di Santino da cui si svolta a sinistra seguendo le indicazioni Alpe Ompio che si raggiunge dopo aver percorso circa 7 Km. di strada asfaltata che sale armoniosamente tra i boschi del versante meridionale del Monte Castello.

Contrariamente alle nostre abitudini, oggi avevamo in programma una gita in giorno festivo che aveva come scopo la partecipazione alla festa dell’Alpe Agro in Val Divedro. Giunti in quel di Gravellona veniamo avvisati che la manifestazione a cui eravamo diretti veniva annullata causa pioggia per cui abbiamo dovuto in fretta e furia pensare ad una alternativa pur di non darla vinta a questa bizzarra primavera. Uno sguardo alle dense nuvole, che comunque non promettono nulla di buono, e si decide di salire la montagna di casa per gli abitanti di San Bernardino Verbano: il Monte Faič, l’antico maggengo della comunitŕ di Rovegro posto ai margini di una delle zone piů aspre e selvagge del Parco Nazionale Valgrande, passando per Corte Buč e la Colma di Vercio. Raggiunto il termine della strada asfaltata, ultimiamo i preparativi e Flavio ( www.cappef.com ) ci mostra la “divisa realizzata in occasione della recente 24 ore di Finale Ligure, Nick non vuol essere da meno e indossa la maglietta riportante il logo dell’ultimo rifugio visitato, mostrandoci quanto riportato sul lato “B”. Al termine della sfilata, ci incamminiamo lungo la strada cementata raggiungendo il Rifugio Fantoli (h0,15) che oltrepassiamo per risalire il sentierino segnato che, raggiunge le baite superiori di Ompio e prosegue diagonalmente sino a raggiungere una sella su cui č posta una bacheca che segnala il limite “ al confine tra due mondi ” (h0,15;0,30). Lasciamo a sinistra il sentiero che conduce alla cima del Monte Faič e ci inoltriamo nel mondo dei faggi e delle felci, che adornano la valle affrescandola con il loro verde intenso tanto da prevalere sul grigiore circostante. Percorso un lungo traverso, superate diverse vallette, siamo in vista ( si fa per dire data la giornata) dei diversi nuclei di baite, molte delle quali ridotte a ruderi, dell’Alpe Corte Buč m. 888 (h1,10;1,40) e siccome incomincia anche a piovere cerchiamo riparo nei pressi del Bivacco del Gruppo Escursionisti Valgrande che, rigorosamente chiuso, di riparo ne offre ben poco. Fortunatamente l’intensitŕ della pioggia non aumenta per cui ci incamminiamo nuovamente, superiamo la cappelletta dell’alpe e raggiungiamo la solitaria baita immersa in un mare verde in cui spiccano bianchi e  profumati narcisi. Raggiungiamo il bosco e ci incamminiamo a sinistra cercando di non perdere di vista i rari ometti che costituiscono gli unici segnavie esistenti, dopo un lungo traversone le tracce si fanno piů evidenti e si entra di nuovo nella faggeta dove si incrocia  la mulattiera che, con tornanti lenti e regolari, supera i resti della teleferica usata nel periodo dei grandi disboscamenti. Continuiamo a percorre la faggeta, animata da inquietanti figure che si spostano nella nebbia,  ed in breve sbuchiamo sulla Colma di Vercio m. 1250 (h1,05;2,45) dove permangono i resti della teleferica che trasportava il legname a Mergozzo. Le sfavorevoli condizioni di visibilitŕ, ci impediscono di osservare la sottostante piana ossolana, pertanto riteniamo inutile la discesa a Vercio per poi far rientro a Ompio. Dirigendoci a sinistra, raggiungiamo l’Alpe Pianezza m. 1291 da cui, continuando sul filo di cresta guadagniamo la sommitŕ del Monte Faič m. 1352 (0,15;3,00), che prende il nome dal fitto faggeto che ricopre il versante valgrandino, e da noi percorso per arrivare in vetta. Sostiamo per consumare il nostro abituale pasto e, nonostante la scarsa visibilitŕ, scattiamo la solita foto ricordo prima di iniziare a scendere la direttissima che scorre lungo il costone della montagna. Con il passare del tempo, l’aria va riscaldandosi e dense nubi di vapore acqueo incominciano ad alzarsi permettendoci la visione di scorci panoramici sui laghi di Mergozzo, Maggiore e d’Orta. Ritorniamo ad Ompio, “Numpi” nel dialetto del luogo, ed il sole č riuscito nel frattempo a sbaragliare quasi completamente la spessa coltre di nubi permettendoci di lanciare un ultimo ( o forse č meglio dire un primo ) sguardo al dirimpettaio Monte Todum che anticipa il Pizzo Pernice, il Monte Todano ed il Passo della Forcola. Quando il sole riesce a prevalere sulle consistenti masse nuvolose, siamo oramai al termine della nostra “gita di ripiego” (h0,30;3,30) che, anche se effettuata in condizioni meteo non ottimali, ci ha permesso di sgranchirci le gambe regalandoci una apprezzabile giornata.