Val Vigezzo

Colma di Craveggia m. 1673

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 4-Dicembre-2010                                                      

 Partenza da: Craveggia/La Pila. 960
 Dislivello totale: m. 762
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che, superata Santa Maria Maggiore, si devia a sinistra raggiungendo Craveggia. A Craveggia si imbocca la strada verso La Vasca-Blitz da cui si devia per raggiungere la località La Pila dove lasciamo l’auto.

L’abitato  di Craveggia è uno dei borghi più caratteristici della Val Vigezzo ed è conosciuto per i numerosi comignoli in pietra che si innalzano sopra i tetti dei suoi palazzi signorili. In passato gli alti camini erano simbolo di potenza e ricchezza delle famiglie locali che facevano a gara per arricchire l’architettura abitativa,  costruendone di sempre più imponenti e numerosi. L’escursione di oggi è stata proposta da Franco che, in qualità di assiduo frequentatore della valle, assicura una camminata di grande soddisfazione. Non avendo nulla da contestare, accettiamo di buon grado e nominiamo il proponente quale capogita. Lasciata l’auto ci incamminiamo lungo la strada seguendo le indicazioni del segnavie M 29, percorso un breve tratto, arriviamo nei pressi della sbarra che chiude la strada poderale e prendiamo a sinistra il sentiero estivo, ben visibile nonostante la neve che abbondantemente lo ricopre. Seguiamo il sentiero che risale lentamente in un bosco di conifere fino a che, giunti nei pressi della cappelletta votiva, che anticipa l’Alpe Fontana m. 1175 (h0,40), ci spostiamo sulla destra per raggiungere i pascoli dell’alpe dove ci soffermiamo a rimirare l’incantevole panorama che si propone alla nostra vista: suggestive visioni sulle montagne della Valle Vigezzo, della Val Grande e del Vallese. La neve, soffice e zuccherina, abbandona pigramente i poco eleganti tetti in lamiera mentre resiste sui più semplici tetti in piode. Procediamo, traversando sulla neve che crepita ad ogni nostro passo, e raggiungiamo le baite di Cascinarsa m. 1372. Da questo agglomerato, posto in stupenda posizione a balcone sulla valle, risaliamo faticosamente il ripido pendio, superiamo l’Alpe Maiarida (0,25;1,15) e continuando a seguire la ben marcata traccia raggiungiamo la Colmetta m. 1635 (h1,15;2,30) su cui sorge l’Oratorio di San Rocco. In questo luogo, particolarmente panoramico, sostiamo per il pranzo e ci godiamo l’incantevole e spettacolare vista del Monte Rosa e delle numerose baite dislocate sui versanti degli alpeggi. La Colma è nota anche per le numerose incisioni rupestri che si possono rintracciare in zona, logicamente è questa una osservazione che ci riserviamo di effettuare in altra stagione, quando dalla neve riemergeranno i massi su cui si trovano coppelle e incisioni cruciformi di varie dimensioni. Terminata la pausa, Franco propone di compiere un giro ad anello che, passando dalla Piana ci permetterà di scendere a Vocogno; accettiamo di buon grado e ci incamminiamo, fra due muri di neve, verso la Colma m. 1673 (h0,10;2,40). Raggiungiamo le baite della Colma, il cui fascino è accentuato dalla grande quantità di neve depositato sui tetti e dal silenzio che domina il crinale, e dopo un ultimo sguardo al versante risalito in precedenza, ci immettiamo nella traccia, ben battuta, che si indirizza verso la Piana di Vigezzo. Il cielo terso esalta il contrasto della vegetazione con l’abbagliante colore della neve, entriamo nella bellissima abetaia e, lungo il sentiero incontriamo una piccola cavità contenente una immagine votiva a cui il gelo ha costruito, a guisa di riparo e protezione, una grata naturale. Procediamo speditamente e raggiungiamo la Piana m. 1725 (h0,20;3,00). La stazione di arrivo della funivia si presenta affollata: oggi è iniziata ufficialmente la stagione invernale e una parte degli impianti di risalita hanno ripreso a funzionare; non ancora la seggiovia che sale al Trubbio per cui un gruppo di parapendiisti è costretto a risalire a piedi un tratto di pista per raggiungere il punto di decollo. Prima di intraprende il tratto di discesa finale, ci scattiamo la solita foto ricordo e poi ci apprestiamo a percorrere il sentiero che scende sino a raggiungere l’abitato di Vocogno. Giunti al cartello segnalatore, constatiamo che non è ancora passato nessuno e quindi ci toccherà battere tutta la pista, non ci perdiamo d’animo e ci buttiamo lungo il tracciato ricoperto da una neve fantastica, Gian Mario e Claudio si incaricano di fare da apripista mentre io e Franco seguiamo a breve distanza. In alcuni punti le piante sono ancora cariche di neve ma, salvo distacchi spontanei, dovuti al rialzo della temperatura, non si manifestano folletti, assenti per cause di forza maggiore, e pertanto la nostra camminata continua senza incontrare alcun pericolo. Contrariamente alle perplessità iniziali, la discesa si presenta molto divertente e la neve zuccherina evita che si compiano grossi sforzi, in questa ottimale condizione, raggiungiamo il termine dell’ampio sentiero e ci ritroviamo in quel di Vocogno m. 880 da cui, seguendo per un breve tratto in salita la strada asfaltata, ci ritroviamo al parcheggio dove recuperiamo l’auto al termine di una giornata che definire stupenda è forse riduttivo. L’unico neo della giornata è stata l’assenza di Flavio ( www.cappef.com ), assente giustificato, che privandoci della sua simpatica compagnia e delle sue...animazioni fuori programma, ha reso la nostra gita poco movimentata, ma siamo certi che provvederà a rifarsi in occasione della prossima uscita.