Valle Antigorio

Passo della Colmine m. 1605

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 21-Ottobre-2010                                                      

 Partenza da: Foppiano m. 1217
 Dislivello totale: m. 655
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e Formazza, giunti a Crodo seguire le indicazioni per Viceno e Foppiano.

L’autunno, per i colori caldi e variegati dei quali la natura si riveste emettendo l’ultimo sussulto di vitalità prima di scivolare nel freddo dell’inverno, è per noi una delle più belle stagioni dell’anno. È per apprezzare appieno questi colori digradanti che oggi abbiamo deciso di effettuare una perfetta gita autunnale, con un moderato dislivello, da percorrere ad un ritmo contemplativo che ci permetta di gustare la molteplicità dei colori che la stagione ci offre. Niente di meglio quindi che recarci al Passo della Colmine e camminare lungo la dorsale che divide la Valle Antigorio dalla Valle Divedro, le due valli del Parco Naturale Veglia Devero, una zona poco frequentata ma di particolare bellezza. Raggiunta Foppiano, lasciamo l’auto nei pressi dell’Albergo Ristorante Pizzo del Frate e ci incamminiamo lungo la sterrata seguendo le indicazioni del segnavie (G7), mantenendoci a destra, entriamo nello stupendo bosco di faggi a cui il sole, che filtra tra le fronde, conferisce  colori dorati e raggiungiamo la radura su cui sorgono le  baite di Campero m. 1380 (h0,15), poco oltre, ad un bivio, un cartello ci indica le varie destinazioni. Piegando a sinistra entriamo nuovamente nell’abetaia, procediamo lungo il sentiero e raggiungiamo la solitaria baita di Cavoraga m. 1410, continuiamo lungo l’ampio e ben marcato tracciato che, alzandosi gradatamente in diagonale, raggiunge il Passo della Colmine m. 1605 (h0,35;0,50). Le nostre aspettative non vengono deluse e quello che si presenta alla nostra vista ha semplicemente del sensazionale, il bosco è un caleidoscopio di colori, ed il Monte Leone si presenta già innevato, in questo scenario ed all’ombra di monumentali abeti, scattiamo la foto a ricordo dell’evento. Dal passo seguiamo il sentiero che si dirige a sinistra e percorriamo il sentiero che si sviluppa, praticamente pianeggiante, sul lato rivolto verso la Val Antigorio. Nel folto e spettacolare bosco di abeti, seminascosti dai grandi tronchi, si innalzano  dei grandi nidi di formica rufa che già hanno terminato la loro frenetica attività. Giungiamo ad un nuovo bivio (h0,15;1,05) da cui seguiamo le indicazioni del segnavie contraddistinto dal N° 33, giungiamo alla massima elevazione del percorso m. 1725 circa, superiamo una zona costellata da grossi massi, e come per incanto, entriamo nella corte dell’Alpe Genuina m. 1659 (h0,20;1,25). Il panorama che ci si presenta da quassù è semplicemente straordinario, la vista spazia sulla sottostante Val Divedro e le sue montagne ci sorprendono con la loro bellezza, il Pizzo Albiona domina imponente la zona. La vista scorre a perdita d’occhio e le fotocamere si surriscaldano, tanti sono gli scorci panoramici da riprendere: la rilucente croce metallica, le baite dell’alpe, la grande cisterna per la raccolta dell’acqua, il lungo muro di sassi posto a delimitare i pascoli dell’alpeggio, i vecchi abbeveratoi scavati nei tronchi. In questo angolo di paradiso, sostiamo per consumare il pranzo godendoci la giornata limpida in cui il cielo terso esalta il colore della vegetazione. Terminata la pausa pranzo, poniamo fine anche alla fase contemplativa e, molto a malincuore, ci apprestiamo ad abbandonare questo idilliaco luogo. In compagnia delle nostre ombre, che  allungate sul terreno dal sole radente ci precedono, iniziamo a scendere seguendo le indicazioni per l’alpe Cheggio. Il sentiero scende ripido e piuttosto stretto, si infila nuovamente in un ombroso e variegato bosco misto per pervenire allAlpe Cheggio m. 1378 (h0,35;2,00) dalle ultime baite dell’alpe, sulla sinistra, il sentiero entra nuovamente in un magnifico bosco di faggi e perviene in breve al poggio, molto panoramico, su cui la comunità di Mozzio ha edificato la bella cappella che da una posizione dominante offre una profonda ed ampia visuale su tutta la Valle Antigorio. Gustato un così vasto panorama, continuiamo a scendere, il sentiero entra obliquamente nella valle e raggiunge le baite di Giavinotto m. 1060 (h0,35;2,35), raggiungiamo le baite superiori e, seguendo il sentiero che si alza a sinistra, giungiamo alle baite di Flecchio m. 1115 (h0,5;2,40). Dalla cappella dell’alpe volgiamo nuovamente a sinistra e rientrando nel bosco lo risaliamo per raggiungere la strada sterrata che seguiamo in parte per ritornare in breve al punto di partenza. Un bellissimo sole autunnale illumina ed ancora intiepidisce questa splendida giornata che con i suoi colori cangianti ha conferito all’escursione un fascino particolare (h 0,20;3,00).