Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la Statale del Sempione, sino all’uscita di
Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val
Anzasca che si percorre in tutta la sua lunghezza,
raggiungendo prima Macugnaga ed in seguito la frazione
Pecetto.

Terminato il periodo di ferie si torna al “ lavoro ”,
pertanto ci ricongiungiamo agli amici della SPA per
effettuare una delle nostre abituali camminate. Per
ricominciare, dopo il periodo di quasi fermo, riteniamo
che sia opportuno non forzare troppo e decidiamo
pertanto di usufruire della
seggiovia per raggiungere la zona del Belvedere.
Dal piazzale di arrivo m. 1914 ci dirigiamo a destra
seguendo il sentiero segnalato che oltrepassa la
morena dell’omonimo ghiacciaio
ricoperto da pietrame e con qualche crepaccio visibile.
Seguendo le paline di segnalazione e vari ometti di
sassi procediamo fino a che la morena si interrompe, da
questo punto saliamo sino ad un bivio da dove procediamo
a sinistra lungo la traccia che ci conduce ai ruderi
dell’Alpe Fillar m. 1974 (h0,30) situato
ai piedi del crestone SE della Cima di Jazzi.
Lasciamo sulla destra il sentiero che prosegue per il
Rifugio E. Sella e ci dirigiamo verso il
fondo del vallone,
delimitato dalla Cima Jazzi ed il Gran Fillar, facendo
attenzione a non perdere le tracce di sentiero che,
infilandosi fra ontani e cespugli di salicone, sembra
giocare a nascondino quasi a voler far perdere le
proprie tracce. Come si è soliti dire “ il bel gioco
dura poco ” e, percorse alcune centinaia di metri, il
sentiero riappare per continuare a risalire fra magri
pascoli e pietrame in direzione del risalto roccioso
posto alla base del crestone Est del Gran Fillar, qui
incontriamo
Claudio che
è già di ritorno da una veloce salita al bivacco.
Continuiamo a seguire l’esile traccia di sentiero che ci
porta a risalire alcune balze di roccia per poi
infilarsi in un
canalone
e sbucare su di una pietraia che percorriamo per un
breve tratto prima di
deviare
decisamente a destra ed incunearci in un canalino
roccioso alla cui sommità, nei pressi di un
caratteristico dente
sorge, appollaiato sulla Loccia dei Camosci, il
Bivacco Valentino Belloni
m. 2509 (h0,50;1,20). Il bivacco, di proprietà
del CAI di Gallarate venne inaugurato il 15 luglio del
1950 e dedicato al socio Valentino Belloni caduto nella
Seconda Guerra Mondiale, è un ottimo punto di appoggio
per chi intende salire al Piccolo e Grand Fillar, alla
Cima Brioschi, allo Jagerhorn e alla Torre di
Castelfranco. L’ambiente si presenta aspro e solitario,
sopra le nostre teste si innalzano le magnifiche
pareti rocciose del Monte Rosa
che stagliandosi nell’intenso azzurro del cielo chiudono
l’estremità superiore della valle, mentre sotto di noi
si estende il
ghiacciaio del
Belvedere. Flavio (
www.cappef.com ) è indaffarato a far provvista di
splendidi ricordi e scatta foto a raffica, mentre noi
siamo incantati dallo spettacolo che raramente si ha
occasione di vedere. Scattiamo la
foto ricordo e mentre
consumiamo il nostro spuntino veniamo raggiunti da
Gianni. Scambiate
quattro piacevoli chiacchiere, a malincuore lasciamo
questo osservatorio privilegiato e ritorniamo sui nostri
passi sino a giungere nuovamente l’Alpe Fillar (h0,40;2,00),
qui decidiamo di rientrare su Pecetto percorrendo
l’itinerario del Sentiero naturalistico che si sviluppa
lungo la testata della valle. Dall’Alpe Fillar,
prendiamo a sinistra per seguire il sentiero, e in
leggera discesa entriamo in una valletta di alni. Su di
una
spartana passerella,
che richiede doti da equilibrista che non tutti
dimostrano di avere, attraversiamo un sostanzioso corso
d’acqua e procedendo in falsopiano raggiungiamo
l'Alpe Roffelstaffel m.
1905 (h0,20;2,20) dove un sapiente restauro
conservativo ha permesso il recupero di una
vecchia baita datata 1831.
Incontriamo
Chiara,Luca,Marta,Lucio e Matteo con i quali,
prima di congedarci, scattiamo una
foto di gruppo.
Dall’alpe continuiamo in piano fino ad incrociare il
sentiero che sale alla Capanna Sella. Seguendo le
indicazioni per Macugnaga, scendiamo ad attraversare la
caratteristica
forra creata
dal Torrente Roffel ed in breve raggiungiamo la
sella prativa di Barboûloûbode
m. 1800. Qui incontriamo un
gruppo di simpatici ragazzi di Domodossola che
stanno effettuando il percorso inverso al nostro senso
di marcia. Proseguendo nella discesa, abbiamo modo di
osservare la
scultura
realizzata da Giuseppe Scaranto “ il baffo ” che
avevamo visto al lavoro durante la nostra precedente
salita al Faderhorn. Mentre dense nuvole ricoprono la
grandiosa parete del Rosa, lanciamo un ultimo sguardo
all’impressionante morena del
ghiacciaio ed alla
valle e ci affrettiamo a raggiungere la sponda
sinistra dell’Anza poi, seguendo la comoda strada che
scende dal Burki, proseguiamo per Pecetto che si
presenta tutto esaurito in ogni ordine di posto (h0,40;3,00).
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