Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire seguendo la statale del Sempione , sino
all’uscita per Domodossola. Usciti dalla statale, si
seguono le indicazioni per il Sacro Monte Calvario.
Per
continuare l’operazione di “ riabilitazione e
reinserimento ” nel gruppo del nostro “ socio anziano ”
Franco, anche oggi abbiamo
preferito effettuare un tragitto piacevole e prettamente
turistico, adatto a chi vuole camminare senza esagerare
negli sforzi, gustandoci interamente i colori
dell’autunno che conferiscono a questi luoghi
un’atmosfera tutta particolare. Con questa scusante,
approfittiamo per recarci in un luogo da noi non ancora
visitato in quanto rientrante in quei classici percorsi
“ fuori porta ”che sempre si tralasciano perchè (ci si
può andare in un qualsiasi momento): il
Monte Calvario e dintorni.
Visitando questi luoghi si attraversano gli antichi
villaggi di Anzuno e Tappia, che conservano ancora le
infrastrutture dell’economia rurale, oggi rinati a nuova
vita dopo un lungo periodo di abbandono. Infatti, lungo
tutto il percorso, sono visibili: forni, torchi, mulini,
terrazzamenti e le caratteristiche “
toppie ” tutte opere,
sopravvissute al trascorrere del tempo, che restano a
testimoniare quanto in passato fosse intensamente
vissuta e lavorata questa fascia pedemontana della Valle
del Toce. Raggiunto
l’inizio della
Via Crucis del Sacro Monte Calvario cominciamo a
risalire
il bel lastricato
che supera le diverse cappelle al cui interno, per mezzo
di statue e pitture, sono rappresentati gli episodi
della Passione. Al bivio della VI stazione prendiamo a
destra e, seguendo il percorso devozionale, raggiungiamo
la sommità del monumentale complesso
entrando a visitarlo, dalla
cima si gode di una stupenda veduta su tutto il
piano ossolano e sulle montagne che lo circondano.
Ritornati al piccolo piazzale, al termine della
carrozzabile, scendiamo sulla strada asfaltata che
percorriamo sulla destra giungendo in
località Crosiggia m. 402,
qui ci inseriamo sulla bella mulattiera che conduce
all’Oratorio di S. Antonio ad Anzuno. Il tracciato si
snoda sotto una
folta vegetazione
in cui la luce autunnale brilla di una
indescrivibile ricchezza di toni e colori che
conferiscono all’ambiente un aspetto molto suggestivo,
proseguiamo lungo il
comodo
sentiero ben marcato e raggiungiamo la frazione
di Anzuno m. 551 il cui toponimo, secondo la tradizione,
sembra derivi da “ Nessuno ” dato che nessun abitante
di questo paesino sopravvisse alla terribile epidemia
di peste del 1630.
L’oratorio,
lindo e ben tenuto, sorge ai margini del piccolo
agglomerato in cui sono conservati:
il
torchio risalente al 1712,
il
lavatoio comunitario ed
il forno per il pane datato
1895. Queste costruzioni, conservate gelosamente sotto
chiave, sono aperte al pubblico solo in particolari
occasioni. Lasciamo la frazione ed incamminandoci in
direzione di Tappia ci immettiamo nella valle del Rio
Anzuno le cui spumeggianti acque fungevano da forza
motrice per i
mulini ad acqua
che erano disposti lungo la sue rive e adibiti alla
macinazione della segale, all’esterno sono ancora
visibili le
macine in sasso.
Poco a monte dei mulini, si trova il “ masso ollare ” in
cui ancora sono individuabili gli
infossamenti prodotti dalla rimozione della
roccia che serviva per la fabbricazione delle pentole.
Continuiamo in falsopiano, e perveniamo alla
Cappella dell’Oro m. 602,
superiamo il minuscolo
cimitero di
Tappia da dove, fra gli alberi, spunta il
campanile della chiesa, ancora pochi passi e
raggiungiamo il bel piazzale m. 624 su cui sorge la
chiesa dedicata a S. Zeno.
La chiesa, risalente ai primi anni del 500, è situata in
posizione panoramica con vista su tutte le
montagne ossolane, alcuni
pannelli informativi aiutano nella loro identificazione.
Visitato l’antico villaggio, il cui nome potrebbe
derivare da “ tapa ”, vocabolo che in dialetto sta ad
indicare i ripiani terrazzati che interrompevano la
ripidità dei versanti della montagna, riprendiamo il
cammino e ci avviamo lungo la
mulattiera che, immersa nel bosco, scende a
raggiungere Valpiana. Dal lavatoio, un ampio sentiero ci
permette di raggiungere la località di Gabi Valle per
poi arrivare a Rogoledo e proseguire fino a
Quartero, dove risalendo a
sinistra la strada asfaltata raggiungiamo il bivio per
Crosiggia. Questo ultimo tratto di percorso, pur
sviluppandosi su strada carrozzabile, risulta essere
comunque piacevole con la visione costante di
meravigliosi
scorci panoramici.
Risaliamo il bel
viale che ci
riporta nei pressi del monumento ai caduti da cui
aveva preso avvio la mulattiera per Anzuno. Percorrendo
nuovamente il breve tratto di strada che ci riporta al
piazzaletto del Sacro Monte, Franco e Flavio (
www.cappef.com ) dimostrano la loro
soddisfazione. Una
foto ricordo ai miei compagni
d’avventura e poi, facendo molta attenzione,
ripercorriamo in discesa il
lastricato reso viscido ed insidioso dal gran
quantitativo di foglie morte che si sono depositate al
suolo, e sani e salvi raggiungiamo di nuovo l’auto.
Bella e facile passeggiata che si svolge in buona parte
su mulattiera, da effettuarsi con passo calmo
senza considerare l’orologio. Volutamente non sono
indicati i tempi intermedi in quanto numerose sono le
testimonianze che meritano di essere osservate con la
giusta attenzione.
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