Come arrivarci:
Da Locarno, seguire le indicazioni “VALLEMAGGIA”, si
risale la valle attraversando diversi villaggi molto
suggestivi sino a raggiungere la parte terminale di
Someo, qui tra la Carrozzeria Soladino e l’autosalone
Auto Mattei, si scende a sinistra e percorrendo un breve
tratto di strada sterrata si perviene alla passerella
sul Fiume Maggia dove si può lasciare la vettura.
1° Giorno:
Someo passerella sul fiume Maggia 367 m – ponte sulla
cascata del Soladino – cappella a quota 712 m – Corte di
Sotto – Rotonda –Corte di Fondo 1545 m – capanna Alzasca
1734 m – Lago d’Alzasca 1855 m.
tempo di cammino effettivo: 4 ore
Salita: circa 1488 metri.
Il tempo di stringere i lacci degli scarponi e si parte,
ci troviamo sul greto della Maggia, il fiume che
attraversiamo grazie alla « pontina », una sorta di
ponte tibetano
che percorriamo mentre la sua struttura ondeggia
sollecitata dal carico dei nostri passi. Superato il
fiume, un
cartello segnaletico
ci informa su cosa ci aspetta, ci incamminiamo a destra
e procediamo in piano per un lungo tratto che ci porta a
raggiungere una
cappella
(h0,17) posta all’inizio della bella mulattiera
scolpita nella roccia, su di un gradino si rileva la
data del 1738, la straordinaria opera testimonia la
capacità e la determinazione dei montanari nel
realizzare un percorso in grado di superare i più
difficili passaggi, per rendere agevole l’accesso agli
alpigiani e alle mucche alpiniste che in tempi ormai
lontani estivavano all’alpe di Alzasca. Avendo come
compagni il suono degli scarponi sulle rocce, camminiamo
lungo sentieri che ci legano a chi li ha usati, e prima
ancora costruiti nei tempi passati e ci sentiamo
spettatori della grande fatica che hanno fatto gli
alpigiani che hanno popolato queste terre. Seguendo i
segnavia, risaliamo le strapiombanti pareti rocciose,
superiamo il
ponte a schiena di mulo
(h0,23;0,40) che sovrasta la cascata del Soladino,
in secca, superiamo prima la cappelletta a quota 712 m.
(h0,30;1,10), poi una seconda ed infine
raggiungiamo la
sommità della gola
su cui sorge una ulteriore testimonianza di fede (h0,25;1,35).
La mulattiera procede concedendoci scorci panoramici e,
sempre in ripida salita, perveniamo all’alpe
Corte di Sotto o Soladino
(h0,15;1,50). All’uscita dall’alpeggio, la
mulattiera si trasforma in sentiero di indubbio
fascino che si sviluppa in uno scenario invidiabile con
molti punti di osservazione a “ balcone ” sulla valle,
proseguiamo e raggiungiamo
l’Alpe Rotonda
m. 1280 (h0,25;2,15). Dall’alpe iniziamo a
percorrere un lungo traverso che, alternando tratti in
graduale salita a tratti in falsopiano, attraversa lo
spettacolare pascolo alpino che con varie tonalità
di verde ci accompagna fino alla
Capanna Alzasca
m. 1734 (h1,30;3,45). Ci presentiamo e conosciamo
i gestori di turno che sono:
Claudia, Rosmarie, e Janice
che ci accolgono molto cordialmente e si adoperano per
sistemarci al meglio, facciamo conoscenza anche con
Angelo Meni
( responsabile della capanna ) che ci racconta quanto
fatto nel tempo. La capanna è una costruzione in sasso
ottenuta ristrutturando una cascina del 1955, la storia
di questo cascinale vede l'ampliamento nel 1984 con la
riattazione della baita dell'alpe a dormitorio e nel
1997 con un ulteriore ampliamento della costruzione
iniziale.
Internamente rivestita in legno,
dispone di illuminazione elettrica e servizi igienici
situati all'interno con doccia, nonostante queste “
comodità ”, la struttura si presenta come accogliente
rifugio che ha mantenuto nel tempo la caratteristica di
baita ospitale pur non privandosi della sua rustica
semplicità. Depositati gli zaini, e vista l’ora,
decidiamo di salire a visitare il
Lago di Alzasca
m. 1855 (h0,15;4,00), io e Claudio raggiungiamo la parte
opposta del lago dove ancora sorge una
orribile costruzione in lamiera
che deturpa il magnifico paesaggio. Ci ricongiungiamo a
Nick, che nel frattempo si è concesso pure un
rinfrescante bagno, e
seduti sulla riva
ci sentiamo appagati e soddisfatti, la magia del luogo è
balsamo sulle ferite della stanchezza e della lunga
salita e ci permette di recuperare le forze. Qui la
natura è selvaggia ma affascinante, e mostra un lato
romantico che non manca di incantarci, mentre noi ci
godiamo il paesaggio ingentilito da fioriture tardive
che bucano l’erba, Gian Mario e Flavio
www.cappef.com ( da noi soprannominati “ Duracell ”
) proseguono sino a raggiungere il Pizzo Molinera.
Rientrati in capanna, attendiamo l’ora di cena che, data
la piacevole temperatura, viene
servita all’esterno.
Dopo le solite e immancabili quattro chiacchiere, ci
corichiamo sperando di svegliarci con un’altra splendida
giornata di sole anche se, in lontananza oltre le
più vicine vette, l’orizzonte si presenta incupito da
densi banchi di nebbia che salgono dal fondovalle.
2° Giorno:
Capanna Alzasca 1734 m – Corte di Cima 1917 m –
Bocchetta di Cansgéi 2036 m – Bocchetta di Sascòla 2135
m – quota 1860 m – Lago di Sascòla 1740 m – Corte del
lago 1748 m – Cantine 1440 m – Morella di Sotto 950 m –
Cevio 419 m.
tempo di cammino effettivo: 4 ore
Salita: circa 400 m
Discesa: circa 1716 m
Dopo una sostanziosa cena ed una salutare dormita, ci
svegliamo prima che albeggi per gustarci lo spettacolo
del sole che sorge. Purtroppo quanto osservato alla sera
si è esteso sino a noi e l’alpe si presenta coperto da
una
fitta coltre di nebbia
che mette in dubbio il proseguimento del nostro
itinerario. In attesa degli sviluppi della situazione ci
dedichiamo a consumare, con calma, una ricca colazione
ed ascoltiamo Gian Mario che ci erudisce sciorinandoci
le sue varie teorie sul comportamento degli animali (
pecore ) in base all’andamento dell’alta pressione. Il
tempo passa e si sono fatte le nove senza che la
situazione cambi di molto, a questo punto Flavio rompe
gli indugi e decidiamo di partire, salutiamo e
ci incamminiamo
verso l’ampia sella che divide il Pizzo Molinera dal
Pizzo Alzasca che prende il nome di
Bocchetta di Cansgei
m. 2036 (h0,45) e collega le valli di Campo e
Maggia, continuiamo su sfasciumi fino a raggiungere la
Bocchetta di Sascola m.
2135 (h0,20;1,05). Nel frattempo, vista la nebbia
che è andata lentamente diradandosi, la
giornata sempre più luminosa,
i nostri due “ Duracell ” decidono di salire al Pizzo di
Mezzodì mentre io Claudio e Nick iniziamo la discesa che
ci porterà al Lago di Sascola. Il percorso si sviluppa
su di un discreto sentiero fatta eccezione per il
superamento di un canalino,
a quota 1860 (h0,30;1,35) che richiede
particolare attenzione e prudenza. Oltrepassato il punto
più critico di tutto il percorso, ci caliamo sino a
raggiungere il placido
Lago di Sascola
m. 1740 (h0,10;1,45). Il lago, situato alla base
del Pizzo di Mezzodì m.2223, si presenta come una perla
incastonata fra le rocce che digradano fino ad
immergersi nelle sue gelide acque. Al cospetto di
uno scenario mozzafiato, sostiamo in attesa di riunirci
agli amici che hanno effettuato la deviazione e che ci
raggiungono poco dopo. Di nuovo tutti insieme
proseguiamo nel cammino che,
dall’Alpe Corte del Lago,
procede in una lunga discesa che sembrerà quasi
interminabile. Superata la solitaria
baita di Cantine
m. 1440 (h0,30;2,15), raggiungiamo prima il bivio
per Morella m. 1130 (h0,35;2,50) e
successivamente, camminando sempre su di un bellissimo
sentiero che si dipana all’ombra di un fitto
faggeto, perveniamo a Morella di sotto m. 950
(h0,20;3,10). Da questo punto oramai i movimenti
delle articolazioni avvengono per inerzia e, dopo una
infinita serie di giravolte, come per incanto appare
alla nostra vista l’abitato
di Rovana
(h0,50;4,00) da cui raggiungiamo l’ampia piazza
di Cevio caratterizzata dal
palazzo del landfogto
con i suoi notevoli stemmi sulla facciata e dal patrizio
Palazzo Franzoni.
Qui finalmente recuperiamo l’auto di Nick, che
preventivamente avevamo provveduto a portare a Cevio e
che ci esonera dall’attendere il postale o di
scarpinarci altri circa sette chilometri di strada.
Ritorniamo alla “ passerella ” dove possiamo veramente
ritenere conclusa questa stupenda escursione di due
giorni che ci ha dato la possibilità di camminare, su
ottimi sentieri, in un ambiente stupendo in compagnia
degli amici che ringraziamo per la loro partecipazione.
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