Val Vigezzo

Monte Alom m. 2011

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 18-Maggio-2010                                                      

 Partenza da: Coimo m. 823
 Dislivello totale: m. 1188
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,40

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera da dove si risale la SS 337 della Valle Vigezzo fino ad incontrare, sulla sinistra, la deviazione per Coimo.

Coimo è un luogo di montagna in cui si respira ancora l’atmosfera del passato, dove tuttora sopravvive l’economia agro-pastorale di un tempo. Il paese è dominato: a ovest da ampi campi coltivati con le antiche roncature ancora pulite e utilizzate, e a est dalla splendida chiesa di Sant’Ambrogio, posta in posizione eccentrica rispetto all’abitato ed inoltre è rinomato per la sua tipica produzione: il fragrante  “ pane nero ”. Il territorio è  uno scorcio di natura che offre ambienti incontaminati  in cui entrare silenziosamente, praticamente è il luogo ideale in cui recarsi per osservare il ridestarsi della natura. Pertanto, vista la stagione particolarmente in ritardo a causa delle avverse condizioni atmosferiche delle ultime settimane, decidiamo di salire alla Croce di Rovareccio: la modesta elevazione erbosa della lunga cresta spartiacque che, allineando le cime della sella dell’Alom e della Loccia di Peve alla cima più alta della Scheggia, si allunga nella piana di Masera separando la Valle Isorno dalla Valle Vigezzo. Raggiunta la parte alta del paese, parcheggiamo l’auto e ci incamminiamo lungo un’ampia mulattiera ben tenuta che, con percorso ripido e rettilineo, conduce all’Alpe Varsaia m. 945 (h0,10). In fondo ai prati dell’alpe, abbandoniamo la mulattiera e attraversiamo a sinistra un ruscello. Risaliamo l’alpeggio e, dopo le ultime case, percorriamo una ampia strada che, entrando diagonalmente nella valle,  si trasforma in un comodo sentiero che ci porta, prima ad  attraversare il Rio Bardogno e poi a percorrere un’ampia mulattiera che, disegnando ampi e regolari tornati, risale la costa della montagna in un bel bosco di faggi e raggiunge le due costruzioni dell’Alpe Cortino m. 1481 (h1,00;1,10). Una è stata adibita a simpatico rifugio che riporta sulla porta d’ingresso le modalità di utilizzo, ed alcune elementari regole comportamentali. Superiamo lo stallone, dirigendoci  in direzione della valle e, percorse alcune centinaia di metri, sulla sinistra cartelli indicano la direzione da seguire. Ci incamminiamo lungo il sentierino che si alza ripido e, guadagnando rapidamente quota, si porta nei pressi di un ruscello che non attraversiamo, pieghiamo a sinistra e, con lunga traversata, ci portiamo sul costone che scende a sud-est dalla Croce di Rovareccio. Con un’ultima faticosa ascesa, risaliamo il ripido pendio e raggiungiamo la palina segnavia m. 1767 (h0,40;1,50) che propone una serie abbondante di alternative. Io, ritenendo di essere arrivato al traguardo di  giornata, mi appresto a liberarmi dello zaino ma...non avevo considerato di avere fatto i conti senza “ l’oste ” ( www.cappef.com ) che, nel frattempo, allungando il passo è salito sino alla vetta del Monte Alom. Un rapido scambio di opinioni e decidiamo di raggiungere anche noi la cima che guadagniamo, dopo una ulteriore faticosa salita, arrivando alla grande croce m. 2011 (h0,40;2,30) che ancora risulta abbondantemente immersa nella neve. Scattate le foto di rito, scendiamo lungo il filo di cresta e raggiungiamo la tondeggiante vetta erbosa dove è collocata la croce di Rovareccio (h0,25;2,55) e qui ci concediamo una breve sosta con tanto di foto di gruppo. Continuiamo a percorrere il nostro itinerario e, volgendo a sinistra ritorniamo alla palina segnavia da cui prendiamo il sentiero che entrando decisamente nella valle  raggiunge in breve la Cappella del Calavrino m. 1675, situata nella depressione tra la Cima della Sella e il Monte Alom. Raggiungiamo una piccola radura, e sempre confortati dai segnavia, discendiamo un ripido tratto incontrando quel che rimane dell’installazione di uno skilift ed in breve perveniamo all’Alpe Pescia m. 1432 (h0,25;3,20) che ci accoglie con un cortese cartello di benvenuto. Arriviamo alla Chiesetta dell’alpe, contornata da una serie di stupende costruzioni che definire baite è altamente riduttivo, nei pressi è sistemata una splendida area attrezzata a pic-nic e numerosi cartelli indicatori segnalano tutti i possibili itinerari che si dipartono da questo luogo. Noi proseguiamo seguendo le indicazioni per l’Alpe Travello (segnavia A10) e, poco dopo, ci ritroviamo in una splendida radura in cui sono adagiate le baite che costituiscono il grazioso Corte dell’Ariola m. 1398). Continuiamo nella nostra discesa e, seguendo le scorciatoie che intersecano la strada ad uso agricolo, raggiungiamo l’ampia radura in cui sono situate le baite dellAlpe Travello m. 1176 (h0,30;3,50). Da questo punto il sentiero continua verso destra per scendere alle baite di Gerbido e quindi a Veriago; il nostro itinerario invece prevede il rientro a Coimo, che vediamo distintamente alla nostra sinistra, per cui  abbandoniamo il sentiero segnato, scendiamo a sinistra  per balze erbose e “ navighiamo ″ a vista sino a raggiungere le due baite all’estremità dell’alpeggio. Da qui si diparte un sentiero, non segnato, che inoltrandosi nel bosco, percorre tutte le pieghe della montagna, supera una serie di vallecole e ruscellamenti arrivando alla deviazione per l’Alpe Raveria e continua sino a sbucare sulla strada che collega Mozzio a Coimo, da questo punto volgendo nuovamente a sinistra, si raggiunge l’abitato di Coimo arrivando in breve in prossimità del punto di partenza (h0,50;4,40).

Gita di grande soddisfazione che offre bellissimi scorci panoramici, consigliata a buoni camminatori.