Val Grande

Monte Todum m. 1298

Partecipanti:
 Gita effettuata in data : 9-Aprile-2009                                                      

 Partenza da: Località Cresta m. 550
 Dislivello totale : m. 830
 Difficoltà : E/EE da Nolezzo alla cima    
 Effettivo cammino h: 3,45

Come arrivarci: da Verbania, attraverso  Trobaso e Unchio, si sale a Cossogno, all’ingresso del paese si supera il ponte e si prende la stretta strada sulla destra che porta al  Santuario della Madonna di In Oca per  proseguire sino a raggiungere, al termine della  strada asfaltata, la località Cresta.

Posteggiata l’auto ci incamminiamo verso sinistra  lungo il bel tracciato che, fra alti muretti di sassi, scende ad immettersi sulla mulattiera che, in passato, era l’unica via di collegamento fra  Cossogno e l’abitato di Cicogna... la piccola capitale della Val Grande. Seguendo le pieghe della montagna, il sentiero prosegue in un dolce saliscendi, fino a raggiungere la prima di una serie di cappelle: la “ chepèle del Gasc ″(h0,15). La mulattiera continua nel bosco  di castagni che, in tempi oramai lontani, fornivano  una consistente produzione da avviare ai mercati locali e rappresentavano una delle poche possibilità di “ monetizzazione ″ dei valligiani. Non a caso il castagno è stato definito la “ pianta dei miracoli ″ ed  il suo frutto  “ il pane dei poveri ″ ( oggi la castagna viene venduta come delicatezza prelibata per far da contorno a piatti ricercati !?! ). Fatte le debite considerazioni procediamo lungo il versante montuoso,    passando alti    sul torrente San Bernardino giungiamo ad una  deviazione ben segnalata: a sinistra si va verso Cicogna e a destra verso Miunchio. Saliamo a destra e raggiungiamo ciò che resta di quello che un tempo era uno dei più grandi maggenghi di Cossogno: il corte di Miunchio (h0,25;0,40). A Miunchio una delle principali attività era l’allevamento delle api e ogni casa aveva una apposita costruzione in cui venivano collocate le arnie, oggi dell’alpeggio abbandonato non restano altro che le rovine, fieramente difese da sterpi e ortiche, e il bosco si è nel tempo ripreso tutto quanto l’uomo aveva colonizzato a prezzo di duri sacrifici. Oltrepassata la fontana dell’alpe, il sentiero entra nel vallone di Nolezzo che si risale, attraversando il torrente, per raggiungere il nucleo di baite di Nolezzino  e, percorso un altro ripido tratto di sentiero siamo all’ingresso di Nolezzo m. 747 (h0,30;1,10) gradevole e caratteristico alpeggio con belle baite ristrutturate. Dalla cappelletta dell’alpe si gode un bel panorama, dai monti della Val Grande ai laghi varesini. Ogni primo sabato di Agosto a Nolezzo un gruppo di volonterosi frequentatori, organizza la tradizionale festa dell’alpe con celebrazione della Santa Messa di suffragio in ricordo di tutti gli alpigiani scomparsi, a cui fa seguito il pranzo comunitario. Dopo una breve sosta contemplativa, ci avviamo a compiere il tratto più impegnativo dell’escursione di oggi. Raggiungiamo le ultime baite e ci indirizziamo a sinistra portandoci sulla dorsale seguendo i bolli di vernice rossa che improvvisamente spariscono; senza demoralizzarci, guidati dal nostro “ Maestro ″ Flavio ( www.cappef,com ), risaliamo in direttissima le rocce che si parano davanti a noi, per ritrovare di nuovo più in alto i rassicuranti bolli di vernice che ci indirizzano nel cammino che, sviluppandosi alternativamente fra il ripido bosco e dirupate    roccette  molto aeree si innalza gradatamente. Salendo di quota, lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è di tutto rispetto, individuiamo: la Cima di Corte Lorenzo, la massa imponente del Pizzo Lesino e del Proman, che sembra si fondano in un'unica struttura, la Testa di Menta, e all'estrema destra la Cima Tuss con il suo lungo crestone che si incunea nel cuore della valle. Tra uno sguardo al panorama e uno...molto attento a dove mettiamo i piedi, giungiamo al termine della frastagliata cresta e ci ritroviamo ai piedi della faggeta che risaliamo per raggiungere la cima del Monte Todum m. 1298 (h1,35;2,45). Scattiamo la consueta foto ricordo e, raggiunta la Colma di Cossogno, ci apprestiamo ad intraprendere la discesa. Pieghiamo a destra e percorriamo il ripido e dissestato tratto che ci porta ad una sella dalla quale si ha una ultima stupenda visione sul percorso da noi compiuto e sulla incassata Valgrande. Lungo il filo di cresta, entriamo nella pineta e raggiungiamo: “il cappellino″. Seguendo una traccia di sentiero, scendiamo a sinistra e perveniamo al Corte di Runchio m 741 (h0,45;3,30) che attraversiamo dirigendoci verso la chiesetta dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, saliamo al Sasso del Falò per lanciare un ultimo sguardo al notevole panorama. Sotto di noi appare l’abitato di Cossogno con il suo slanciato campanile, dal lavatoio comunitario scendiamo lungo il sentiero che  poco dopo  incrocia quello proveniente da Ungiasca e diretto ad Nolezzo ( non consigliato ), continuiamo in discesa seguendo quel che resta della bella mulattiera lastricata fino a che sbuchiamo nei pressi della cappella al termine del sentiero, dove una  lapide rende omaggio alla volontà di chi ha voluto la strada della Cresta (h0,15;3,45). Termina così la nostra bella escursione, completamente immersi nella folta vegetazione dei boschi valgrandini, alla scoperta di un alpeggio poco conosciuto, tenuto ancora in vita dai discendenti di coloro che qui hanno vissuto per necessità,

N.B. Da Nolezzo alla cima, percorso di cresta molto aereo e su ripidi tratti di bosco a strapiombo, da percorrere in condizioni di terreno asciutto ed in assenza di vegetazione.