Come arrivarci:
da
Verbania, attraverso Trobaso e Unchio, si sale a
Cossogno, all’ingresso del paese si supera il ponte e si
prende la stretta strada sulla destra che porta al
Santuario della Madonna di In Oca per proseguire sino
a raggiungere, al termine della strada asfaltata, la
località Cresta.
![](../Cartine%20in%20miniatura/M.%20Todum/Cartina%20Todum.jpg)
Posteggiata l’auto ci incamminiamo verso sinistra
lungo il bel tracciato che, fra
alti muretti di sassi, scende ad immettersi sulla
mulattiera che, in passato, era l’unica via di
collegamento fra Cossogno e l’abitato di
Cicogna... la piccola capitale della Val Grande.
Seguendo le pieghe della montagna, il sentiero prosegue
in un dolce saliscendi, fino a raggiungere la prima di
una serie di cappelle: la “
chepèle del Gasc ″(h0,15). La mulattiera
continua nel bosco di castagni che, in tempi
oramai lontani, fornivano una consistente
produzione da avviare ai mercati locali e
rappresentavano una delle poche possibilità di “
monetizzazione ″ dei valligiani. Non a caso il castagno
è stato definito la “ pianta dei miracoli ″ ed il
suo frutto “ il pane dei poveri ″ ( oggi la
castagna viene venduta come delicatezza prelibata per
far da contorno a piatti ricercati !?! ). Fatte le
debite considerazioni procediamo lungo il versante
montuoso, passando alti sul torrente San
Bernardino giungiamo ad una deviazione
ben
segnalata: a sinistra si va verso Cicogna e a
destra verso Miunchio.
Saliamo a destra e raggiungiamo ciò che resta di quello
che un tempo era uno dei più grandi maggenghi di
Cossogno: il
corte di Miunchio
(h0,25;0,40). A Miunchio una delle principali
attività era l’allevamento delle api e ogni casa aveva
una apposita costruzione in cui venivano collocate le
arnie, oggi dell’alpeggio abbandonato non restano altro
che le
rovine, fieramente
difese da sterpi e ortiche, e il bosco si è nel tempo
ripreso tutto quanto l’uomo aveva colonizzato a prezzo
di duri sacrifici. Oltrepassata la
fontana dell’alpe, il sentiero entra nel vallone
di Nolezzo che si risale,
attraversando il torrente, per raggiungere il
nucleo di baite di Nolezzino e, percorso un altro
ripido tratto di sentiero siamo all’ingresso di
Nolezzo m. 747 (h0,30;1,10)
gradevole e caratteristico alpeggio con belle baite
ristrutturate.
Dalla cappelletta dell’alpe si gode un bel panorama, dai
monti della Val Grande ai laghi varesini.
Ogni primo sabato di Agosto a Nolezzo un gruppo di
volonterosi frequentatori, organizza la tradizionale
festa dell’alpe con celebrazione della Santa Messa di
suffragio in ricordo di tutti gli alpigiani scomparsi, a
cui fa seguito il pranzo comunitario. Dopo una breve
sosta contemplativa, ci avviamo a compiere il tratto più
impegnativo dell’escursione di oggi. Raggiungiamo le
ultime baite e ci indirizziamo a sinistra portandoci
sulla dorsale seguendo i
bolli di
vernice rossa che improvvisamente spariscono;
senza demoralizzarci, guidati dal nostro “ Maestro ″
Flavio (
www.cappef,com ), risaliamo in direttissima le rocce
che si parano davanti a noi, per ritrovare di nuovo più
in alto i rassicuranti bolli di vernice che ci
indirizzano nel cammino che, sviluppandosi
alternativamente fra il
ripido
bosco e dirupate
roccette
molto aeree si innalza gradatamente. Salendo di
quota, lo
spettacolo che si
presenta ai nostri occhi è di tutto rispetto,
individuiamo:
la
Cima di Corte Lorenzo, la massa imponente del Pizzo
Lesino e del Proman, che sembra si fondano in un'unica
struttura, la Testa di Menta, e all'estrema destra la
Cima Tuss con il suo lungo crestone che si incunea nel
cuore della valle. Tra uno sguardo al panorama e
uno...molto attento a dove mettiamo i piedi, giungiamo
al termine della
frastagliata
cresta e ci ritroviamo ai piedi della
faggeta che risaliamo per
raggiungere la cima del Monte Todum m. 1298 (h1,35;2,45).
Scattiamo la consueta
foto ricordo
e, raggiunta la Colma di Cossogno, ci apprestiamo ad
intraprendere la discesa. Pieghiamo a destra e
percorriamo il ripido e dissestato tratto che ci porta
ad una sella dalla quale si ha una ultima stupenda
visione sul
percorso da noi
compiuto e sulla incassata Valgrande. Lungo il
filo di cresta, entriamo nella pineta e raggiungiamo: “il
cappellino″. Seguendo una traccia di sentiero,
scendiamo a sinistra e perveniamo al
Corte di Runchio m 741
(h0,45;3,30) che attraversiamo dirigendoci verso
la
chiesetta dedicata alla
Madonna del Buon Consiglio, saliamo al Sasso del Falò
per lanciare un ultimo sguardo al notevole panorama.
Sotto di noi appare l’abitato di Cossogno con il suo
slanciato campanile, dal lavatoio comunitario
scendiamo lungo il sentiero che poco dopo
incrocia quello proveniente da Ungiasca e diretto ad
Nolezzo ( non consigliato ), continuiamo in discesa
seguendo quel che resta della bella mulattiera
lastricata fino a che sbuchiamo nei pressi della
cappella al termine del sentiero, dove una
lapide rende omaggio alla
volontà di chi ha voluto la strada della Cresta (h0,15;3,45).
Termina così la nostra bella escursione, completamente
immersi nella folta vegetazione dei boschi valgrandini,
alla scoperta di un alpeggio poco conosciuto, tenuto
ancora in vita dai discendenti di coloro che qui hanno
vissuto per necessità,
N.B.
Da Nolezzo alla cima, percorso di cresta molto aereo e
su ripidi tratti di bosco a strapiombo, da percorrere in
condizioni di terreno asciutto ed in assenza di
vegetazione.
![](../Uso%20sito%202009/home%20005.gif) |