Come arrivarci:
Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di
Carpugnino. Da qui si prosegue seguendo le indicazioni
per il Mottarone.
Neve e ancora neve, il dilemma è dove andare visto che
la viabilità stradale è in crisi e raggiungere le valli
non è impresa semplice. Pur di non rinunciare ad una
ciaspolata la scelta cade su una montagna che
abbiamo sulla porta di casa e generalmente viene
ignorata proprio per questo motivo, il Mottarone o come
viene comunemente chiamato “ la montagna dei due laghi
″. Prima del casello del pedaggio, parcheggiamo l’auto e
ci prepariamo a intraprendere la salita che ci porterà
alla vetta. Flavio (
www.cappef.com ) sfoggia subito il suo
cappellino nuovo, personalizzato,
e si mette a fare l’andatura,
Franco e Gian Mario
seguono a ruota o per meglio dire a... ciaspola,
entriamo nel bosco e raggiungiamo l’Alpe
Giardino
(h 0,25) ancora abbondantemente innevato.
Risaliamo nel luminoso bosco fino ad incrociare il
sentiero contrassegnato con il
segnavia L1
che si presenta ben battuto, gli alberi sono ancora
carichi di neve
che il vento ha reso molto compatta e che lentamente, in
parte per la temperatura...ed in molta altra parte per
innaturali scuotimenti... inizia a cadere sui
malcapitati escursionisti. Procediamo guardinghi ed
arrivati alla
deviazione per il Monte Zugaro
(h 0,20;0,45) ai nostri occhi si presentano
effimere composizioni naturali
che, per non dimenticarcele, affidiamo ai nostri
obbiettivi. Risaliamo il pendio dove la coltre nevosa si
va via via ispessendo e siamo all’arrivo della funivia,
qui ci appare una situazione che non avremmo immaginato,
l’ingresso
alla funivia è scavato in trincea...
ma siamo al Mottarone o abbiamo sbagliato località? La
quantità di neve caduta è impressionante e prima che la
situazione si complichi ulteriormente, sono in corso i
lavori per alleggerire le strutture,
le vie di comunicazione risultano letteralmente
scavate fra muri di neve.
In questo scenario unico e forse irripetibile per i
prossimi anni, raggiungiamo la
vetta sormontata da una grande Croce.
La giornata è a dir poco stupenda, la visibilità ottima
e lo sguardo si perde ad abbracciare sia il
Lago Maggiore
che il
Lago d'Orta
offrendoci una vista splendida e suggestiva; oltre ai
due già citati laghi lo sguardo, superata la Pianura
Padana, raggiunge l’orizzonte sul quale si distingue la
distante linea degli Appennini per poi risalire ad
ammirare il Monviso, il Monte Rosa con tutte le cime
Valsesiane per poi scorrere di nuovo giù ad incontrare i
rilucenti specchi lacustri e riprendere un altro giro
d’orizzonte. Inebriati da una così incantevole visione,
scattiamo la consueta
foto ricordo
per poi accomodarci al sole, nei pressi dell’arrivo
dello skilift, sotto il ripetitore per consumare il
nostro abituale pranzo all’aperto.
Gian Mario ci intrattiene con quattro “
chiacchere
″, Flavio con un ottimo vin brulè e poi ci incamminiamo
per percorrere a ritroso il percorso effettuato in
salita.
Ripassiamo dalla funivia
per riguardare, ancora increduli, la gran quantità
di neve che ricopre le
costruzioni adiacenti
prima di inserirci nuovamente nel bosco che scendiamo
con passo spedito per ritrovarci nuovamente nei pressi
dell’Alpe Giardino e quindi
nuovamente alla macchina,
termina così una escursione nata per caso, ma che ci ha
gratificato di un paesaggio inimmaginabile in una
giornata da ricordare.
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