Come arrivarci:
Da Verbania, con la SP 55 si raggiunge Premeno da cui,
attraversati gli abitati di Pian di Sole e Manegra, si
sale sino al Centro Auxologico di Pian Cavallo.
Lasciata l’auto nei parcheggi poco sopra il centro
Auxologico, Flavio (
www.cappef.com ) ci guida lungo il percorso che,
abbandonata la strada, prende a destra per risalire il
fianco del Monte Morissolino di cui in breve
raggiungiamo la sommità
m. 1410 (h0,30). Ci indirizziamo verso il
Morissolo, che vediamo sulla nostra destra, e
percorriamo il sentiero che correndo
lungo la dorsale
entra in un bosco di faggi per riportarsi poi sulla
mulattiera, lungo la quale si incontrano le
postazioni militari
che ci anticipano
l’ingresso delle gallerie.
Qui togliamo le ciaspole e
ci
addentriamo nelle viscere della montagna
per visitare il
sistema di fortificazioni militari che doveva difendere
il confine nord dell’Italia a ridosso della Svizzera,
costruite tra il 1916 ed il 1918 in funzione difensiva a
fronte di un eventuale attacco austrotedesco.
La linea difensiva comprendeva numerose
infrastrutture collegate fra loro da un fitto
reticolo di strade e
mulattiere militari che nel nostro, tempo divenute
rotabili asfaltate, permettono di raggiungere
alpeggi e centri di villeggiatura. Le opere di restauro
realizzate dalla Comunità Montana Alto Verbano,
permettono di visitare le gallerie in tutta sicurezza ed
ammirare la cura con cui questi manufatti furono
realizzati. Superati i
vari
cancelli, posti ad evitare l’ingresso di animali,
ci addentriamo nei
cunicoli
illuminati e visitiamo le ampie sale in caverna
predisposte per ospitare le batterie di cannoni; lungo
gli ampi cunicoli sono ancora infissi nella roccia
gli
anelli che servivano per
legarvi i muli. La scarsità di neve ci permette
di salire alle
tre Croci,
da cui si gode la veduta del Lago Maggiore nella sua
totalità, e successivamente la sovrastante
Cima del Monte Morissolo
(h0,40;1,10) dove sono collocati dei pannelli
didattici che illustrano il mirabile panorama e
ci permettono di nominare i monti e le località che si
estendono sotto di noi. Ridiscesi all’imbocco delle
gallerie, ricalziamo le ciaspole e ci incamminiamo lungo
il pianeggiante sentiero che in mezza costa percorre un
magnifico bosco di faggi, in cui è stata ricostruita la
sezione di una carbonaia
corredata da un
pannello
esplicativo, che ci
conduce al
bivio con i
sentieri N° 6 e 17 in località Il Colle
(h0,50;2,00). La bella giornata e la mite
temperatura ci invogliano a salire la, apparentemente,
vicina cima del Monte Spalavera m. 1534 per cui iniziamo
a salire lungo un’altra bellissima strada militare,
sorretta da possenti muri a
secco, che si inerpica
lungo i fianchi del monte. Nel frattempo la neve si è un
poco rilasciata e nonostante le ciaspole
si procede più lentamente,
la salita dell’ultimo tratto richiede uno sforzo
aggiuntivo per raggiungere la vetta che, una volta
guadagnata (h1,00;3,00) ci regala un panorama di
straordinaria ampiezza: dalle Alpi Vallesane alla cima
dello Zeda, al Pizzo Vogorno, ai rilievi delle prealpi
varesine tra cui si frappongono le montagne della Val
Vigezzo, il Limidario, il Tamaro ed il Lema che
incastonano il Lago Maggiore in tutto il suo sviluppo
longitudinale con alle nostre spalle,
il Monte Rosa onnipresente.
In attesa della nostra comparsa,
Claudio Flavio e Gian Mario
si sono adoperati per
ricollocare la croce, che al loro arrivo giaceva
mestamente a terra divelta da non si sa chi o che cosa,
sul suo basamento originale. Ci accomodiamo per
consumare i nostri panini che, farciti con questa
visione spettacolare, ci sembrano ancora più gustosi.
Veniamo raggiunti da
Patrizia e Alceo che
si uniscono a noi per: festeggiare
il compleanno di Gian Mario,
scattare la
foto ricordo
e poi effettuare la
discesa lungo il sentiero estivo che entra nel
bosco di betulle
e scende in direttissima di nuovo al piazzale de “ il
Colle ″(h0,30;3,30). Qui, Patrizia e Alceo
offrono, molto gentilmente, un passaggio a Gian Mario
che, recuperando l’auto, ci permette così di evitare il
noioso e lungo percorso sulla strada asfaltata per
ritornare al punto da cui siamo partiti. Anche
oggi terminiamo una interessante e panoramicissima
archeoescursione che ci ha permesso di ammirare
stupefacenti opere realizzate all’inizio del
secolo scorso.
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