Svizzera

Lago di Canee m. 2198
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data : 24-Settembre-2009                                                      

 Partenza da: Monti di Saurù m. 1328
 Dislivello totale : m. 1064
 Difficoltà : E/EE    
 Effettivo cammino h: 5,00

Come arrivarci: Da Lugano proseguire sino a Bellinzona Nord, lasciare l’autostrada e alla rotonda di Arbedo seguire le indicazioni per Lumino. Raggiunta  la parte alta del paese si posteggia l’auto nell’ampia area adiacente alla partenza della funivia Pizzo di Claro.

Saliti sulla cabinovia, dove Flavio ( www.cappef.com ) e Claudio sorridono solo per esigenze fotografiche, ma anche Massimo e Gian Mario non sono da meno, in circa quindici minuti superiamo i 1023 m. di dislivello che ci separano dai Monti di Saurù. Dall’arrivo della cabinovia ha inizio l’itinerario che intendiamo percorrere oggi e che ci è stato suggerito da Marcello ( http://www.pumalumin.com/ ), ci incamminiamo lungo il “ Sentiero delle Sculture ″, così denominato in quanto lungo il sentiero che sale alla Capanna Brogoldone, transitando dall’Alpe Domas, esperti artisti hanno realizzato, con l’ausilio della motosega, una serie di sculture in legno che rappresentano l’ambiente di vita montano, che unitamente ad una nutrita serie di pannelli esplicativi inerenti alla flora e alla fauna, danno al sentiero un aspetto educativo. Il sentiero percorre una stupenda abetaia e giunge al bivio per la Capanna Brogoldone  ( sentiero ripido ) (h0,10), che noi tralasciamo per continuare il cammino lungo il ben marcato tracciato che, compiendo una innumerevole serie di saliscendi, percorre tutte le pieghe della montagna e giunge all’Alpe Domàs con la sua solitaria Capanna sempre aperta al pubblico utilizzo m. 1666 (h0,50;1,00). Camminiamo alti sulla Leventina e nei pochi sprazzi di sereno, sotto di noi è ben visibile il nastro autostradale, procediamo ora alternando tratti di sentiero su prati inselvatichiti a tratti su lastricato lungo la “strada dei Polacchi″ aperta dagli stessi soldati profughi in Svizzera nel corso dell’ultima guerra. Perveniamo all’Alpe Forcarid m. 1713 (h0,15;1,15) che superiamo per continuare a percorre il sentiero che, entrato nuovamente nell’ombreggiato bosco, compie una serie di innumerevoli sali scendi, transita per l’Alpe Garerescio prima di raggiungere l’Alpe Peurett m. 1728 (h0,45;2,00). Sono trascorse due ore durante le quali abbiamo superato un dislivello di soli quattrocento metri, considerando che il lago è situato a quota 2198, da ora comincia la vera salita che ci condurrà sulle rive di quello che viene descritto come uno stupendo specchio d’acqua. Superiamo ruscelli che discendono copiosi dalla bastionata rocciosa, alla cui sommità è adagiato il lago, e notiamo come ancora sono ben evidenti i danni provocati dalle valanghe dello scorso inverno che in alcuni casi hanno letteralmente devastato intere aree boschive. Iniziamo a risalire lungo la ripida costa con il sentiero che sale quasi in linea verticale e raggiungiamo i ruderi dell’Alpe di Canee m. 1995 (h0,35;2,35), qui il panorama si apre e intravediamo, sopra di noi, la cuspide rocciosa del  Pizzo di Claro; compiendo un ultimo sforzo eccoci alla sommità della conca in cui è adagiato il piccolo lago di Canee m. 2198 (h0,25;3,00). Purtroppo, anche oggi, la meteo ci è avversa e dense nubi salgono a coprire la nostra visuale, per cui decidiamo di proseguire di buona lena, e ci fermiamo ad ammirare il lago giusto il tempo per scattare una foto ai miei prodi compagni di avventura. Risaliamo lo sfasciume di sassi per portarci al valico m. 2392 che ci immette sul sentiero che corre il lungo traversone  per poi percorrere l’aerea cresta che ci conduce al Passo Gargen da cui scendiamo alla Capanna Brogoldone m. 1904 (h1,00;4,00). Scattiamo la solita foto ricordo e decidiamo di scendere lungo il “sentiero ripido″ che ci riporta ai Monti di Saurù (h1,00;5,00) dove, prima di salire di nuovo in cabina per la corsa di ritorno, facciamo in tempo a gustarci una rigenerante fresca birra. Tornati a Lumino, passiamo a salutare gli amici Daria e Marcello, che ci accolgono molto cordialmente facendosi letteralmente in quattro offrendoci di tutto e di più. Termina così anche la gita odierna che, pur  non offrendoci un vasto panorama, ci ha permesso di divertirci ugualmente percorrendo un tragitto a noi sconosciuto dandoci l’occasione di incontrare gli amici che ancora ringraziamo per averci suggerito l’itinerario e  per l’ospitalità che ci hanno riservato e salutandoli diamo loro un arrivederci...magari su uno dei nostri sentieri!