Come arrivarci:
:
Da Locarno si percorre la Valle Maggia proseguendo in
Val Lavizzara fino a Fusio, dove s'imbocca la strada
della Val Sambuco. Dopo la seconda galleria, si svolta a
destra nella direzione di Mognola. Si può raggiungere il
punto di partenza anche a piedi da Fusio in circa 30
minuti, passando da Schiadüü, Soliva, Vacarisc di
dentro.
Fusio è un piacevole e
pittoresco villaggio che sorge, abbarbicato alla
sommità di un pendio sopra il Maggia. Gli edifici che lo
costituiscono, tutti ordinatamente orientati a sud, sono
sovrastati dal campanile della chiesa che scandisce il
trascorrere del tempo e sorveglia sulla
tranquillità di questo angolo di mondo. Il nostro
odierno itinerario, prende avvio dalla località
Portol di Fuori sulla strada che porta da
Fusio al lago Sambuco. Lasciata l’auto, Flavio (
www.cappef.com ) si incarica di guidare
il gruppo e, ci
incamminiamo lungo la strada sterrata che ci conduce
all’Alpe Vacarisc m. 1496
(h0,15). All’alpe il sentiero entra in un bel
bosco di larici, e lo risale pervenendo al
Córt da l’Òvi m. 1617
(h0,15;0,30), con la sua unica baita ed il bel
fontanone, per poi continuare a salire lungo il sentiero
che sempre in ripida salita ci immette nell’anfiteatro
su cui sono disposte le baite del
Córte Mognòla m. 1842 (h 0,30;1,00).
Qui una cascina è stata riattata e definita la “Cascina
della memoria″, al suo interno sono collocati dei
pannelli didattici che
illustrano la storia e la vita degli alpigiani che
frequentavano questi luoghi. Lo spettacolo è veramente
grandioso, la bellezza del luogo, il
fascino dei larici con già
nei colori il presagio d’autunno, il sole a lambire e
illuminare le vette circostanti, hanno il sopravvento e
un brivido ci percorre la schiena, manca solamente una
cosa: il lago che noi pensavamo di trovare in una conca
così ampia ed idilliaca. Per raggiungerlo dobbiamo
continuare sul
sentiero, sempre
ben evidente e, superati altri 150 metri di
dislivello eccoci arrivati sulle
rive del Lago Mognola m. 2003 (h0,20;1,20).
Il lago, è situato in una conca fra rocce rotte ed una
magra vegetazione e la sua forma ricorda vagamente un
cuore. Ammirato questo luogo che ha del fiabesco,
scattate le foto di rito, effettuiamo il
periplo del lago per
ammirarlo da varie angolazioni. Ansiosi di raggiungere
il famoso acquedotto di Canàa ci avviamo, seguendo le
sempre chiare indicazioni (h0,20;1,40), tocchiamo
il
Corte della Sassina e
continuando su piacevoli saliscendi, raggiungiamo la
conca dell’Alpe Canàa, da
qui
parte la canalizzazione
(h0,20;2,00). L’acquedotto è un’opera di
altissimo ingegno e fattura che ben raramente è dato
incontrare, una
via di pietra
per il trasporto dell’acqua che ci sorprende; un’
impresa di ingegneria idraulica
realizzata dagli alpigiani prima del 1866 per
soddisfare le esigenze dell’attività casearia, per
irrigare i pascoli e abbeverare il bestiame nei
sottostanti corti privi di sorgenti. L’acquedotto,
lungo circa 1000 metri, prende avvio alla quota di m.
2070 e scorrendo in un canale costruito con sassi,
lastre di pietra infossate
e tratti scavati nella
viva roccia,
convoglia l’acqua del riale Canàa verso il Corte del
Sasso m. 1977 e il Corte di Mezzo m. 1839. Utilizzato
dagli alpigiani fino agli anni 1956/57 venne
successivamente abbandonato e, per alcuni tratti,
ricoperto di terra dopo la posa di “moderne″ tubazioni
in ferro?!? Fortunatamente tra gli anni 1997 e 2005 il
Patriziato di Broglio, in collaborazione con l’APAV ha
provveduto a finanziare i lavori di ricerca e restauro
del prezioso manufatto riportando la struttura al suo
antico ed originario splendore permettendo all’acqua di
ritornare a scorrere nella sua sede primitiva riportando
alla luce questo monumento di operosità ed ingegno.
Osservando con meraviglia quanto appare ai nostri occhi,
ci sentiamo spettatori della grande fatica che hanno
fatto gli alpigiani che popolavano queste terre,
camminiamo lungo i sentieri che ci legano a chi li ha
usati e scendiamo al
Córt du Sass
(h0,20;2,20). Il corte è situato su di uno
sperone roccioso dominante la
Val
Sambuco da cui si ha una splendida panoramica
sulle montagne circostanti e sulla sottostante diga. In
prossimità del punto panoramico, effettuiamo la sosta
pranzo con relativa
foto di gruppo,
prima di rimetterci gli zaini in spalla ed affrontare la
ripida discesa che, superato il Pass da Córt Mézz, ci
riporta nuovamente al
Córt Fónd
Vacarisc m. 1560 (h0,30;2,50). Mentre gli
amici scendono a recuperare l’auto, io, Claudio e Flavio
seguiamo la via alternativa che transitando per un
ombreggiato bosco di faggi, supera gli insediamenti di
Soliva e Schiadüü raggiungendo di nuovo Fusio m. 1289
(h0,20;3,10) dove, gentilmente, veniamo
recuperati dagli amici.
Sulla via del ritorno ci fermiamo a Mogno per visitare
la
moderna costruzione della
chiesa che, in netto contrasto con l‘architettura
locale, attrae l’attenzione sorprendendo per lo
straordinario effetto cromatico
realizzato con il sapiente utilizzo della pietra
locale.
Una
escursione che oltre al notevole fascino paesaggistico e
allo scenario in cui si colloca il Lago, ci ha permesso
di osservare un monumento culturale reso ancor più
suggestivo dai colori autunnali che hanno realizzato lo
sfondo della nostra stupenda camminata.
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