Val Maggia/Lavizzara

Lago Mognola m. 2003

Partecipanti:
 Gita effettuata in data : 07-Ottobre-2009                                                      

 Partenza da: Portol di Fuori m. 1300
 Dislivello totale : m. 782
 Difficoltà : E
 Effettivo cammino h: 3,10

Come arrivarci: : Da Locarno si percorre la Valle Maggia proseguendo in Val Lavizzara fino a Fusio, dove s'imbocca la strada della Val Sambuco. Dopo la seconda galleria, si svolta a destra nella direzione di Mognola. Si può raggiungere il punto di partenza anche a piedi da Fusio in circa 30 minuti, passando da Schiadüü, Soliva, Vacarisc di dentro.

Fusio è un piacevole e pittoresco villaggio che sorge, abbarbicato  alla sommità di un pendio sopra il Maggia. Gli edifici che lo costituiscono, tutti ordinatamente orientati a sud, sono sovrastati dal campanile della chiesa che scandisce il trascorrere del tempo e sorveglia sulla  tranquillità di questo angolo di mondo. Il nostro odierno itinerario, prende avvio dalla località Portol di Fuori sulla strada che porta da Fusio al lago Sambuco. Lasciata l’auto, Flavio ( www.cappef.com ) si incarica di guidare il gruppo e, ci incamminiamo lungo la strada sterrata che ci conduce all’Alpe Vacarisc m. 1496 (h0,15). All’alpe il sentiero entra in un bel bosco di larici, e lo risale pervenendo al Córt da l’Òvi m. 1617 (h0,15;0,30), con la sua unica baita ed il bel fontanone, per poi continuare a salire lungo il sentiero che sempre in ripida salita ci immette nell’anfiteatro su cui sono disposte le baite del Córte  Mognòla m. 1842 (h 0,30;1,00). Qui una cascina è stata riattata e definita la “Cascina della memoria″, al suo interno sono collocati dei pannelli didattici  che illustrano la storia e la vita  degli alpigiani che frequentavano questi luoghi. Lo spettacolo è veramente grandioso, la bellezza del luogo, il fascino dei larici con già nei colori il presagio d’autunno, il sole a lambire e illuminare le vette circostanti, hanno il sopravvento e un brivido ci percorre la schiena, manca solamente una cosa: il lago che noi pensavamo di trovare in una conca così ampia ed idilliaca. Per raggiungerlo dobbiamo continuare sul sentiero, sempre ben evidente e, superati altri 150 metri di dislivello eccoci arrivati sulle rive del Lago Mognola m. 2003 (h0,20;1,20). Il lago, è situato in una conca fra rocce rotte ed una magra vegetazione e la sua forma ricorda vagamente un cuore. Ammirato questo luogo che ha del fiabesco, scattate le foto di rito, effettuiamo il periplo del lago per ammirarlo da varie angolazioni. Ansiosi di raggiungere il famoso acquedotto di Canàa ci avviamo, seguendo le sempre chiare indicazioni (h0,20;1,40), tocchiamo il Corte della Sassina e continuando su piacevoli saliscendi, raggiungiamo la conca dell’Alpe Canàa, da qui parte la canalizzazione (h0,20;2,00). L’acquedotto è un’opera di altissimo ingegno e fattura che ben raramente è dato incontrare, una via di pietra per il trasporto dell’acqua che ci sorprende; un’ impresa di ingegneria idraulica realizzata dagli alpigiani prima del 1866 per soddisfare le esigenze dell’attività casearia, per irrigare i pascoli e abbeverare il bestiame nei sottostanti corti  privi di sorgenti. L’acquedotto, lungo circa 1000 metri, prende avvio alla quota di m. 2070 e scorrendo in un canale costruito con sassi, lastre di pietra infossate e tratti scavati nella viva roccia, convoglia l’acqua del riale Canàa verso il Corte del Sasso m. 1977 e il Corte di Mezzo m. 1839. Utilizzato dagli alpigiani fino agli anni 1956/57 venne successivamente abbandonato e, per alcuni tratti, ricoperto di terra dopo la posa di “moderne″ tubazioni in ferro?!? Fortunatamente tra gli anni 1997 e 2005 il Patriziato di Broglio, in collaborazione con l’APAV ha provveduto a finanziare i lavori di ricerca e restauro del prezioso manufatto riportando la struttura al suo antico ed originario splendore permettendo all’acqua di  ritornare a scorrere nella sua sede primitiva riportando alla luce questo monumento di operosità ed ingegno. Osservando con meraviglia quanto appare ai nostri occhi, ci sentiamo spettatori della grande fatica che hanno fatto gli alpigiani che popolavano queste terre, camminiamo lungo i sentieri che ci legano a chi li ha usati e scendiamo al Córt du Sass (h0,20;2,20). Il corte è situato su di uno sperone roccioso dominante la Val Sambuco da cui si ha una splendida panoramica sulle montagne circostanti e sulla sottostante diga. In prossimità del punto panoramico, effettuiamo la sosta pranzo con relativa foto di gruppo, prima di rimetterci gli zaini in spalla ed affrontare la ripida discesa che, superato il Pass da Córt Mézz, ci riporta nuovamente al Córt Fónd Vacarisc m. 1560 (h0,30;2,50). Mentre gli amici scendono a recuperare l’auto, io, Claudio e Flavio seguiamo la via alternativa che transitando per un ombreggiato bosco di faggi, supera gli insediamenti di Soliva e Schiadüü raggiungendo di nuovo Fusio m. 1289 (h0,20;3,10) dove, gentilmente, veniamo recuperati dagli amici. Sulla via del ritorno ci fermiamo a Mogno per visitare la moderna costruzione della chiesa che, in netto contrasto con l‘architettura locale, attrae l’attenzione sorprendendo per lo straordinario effetto cromatico realizzato con il sapiente utilizzo  della pietra locale.

Una escursione che oltre al notevole fascino paesaggistico e allo scenario in cui si colloca il Lago, ci ha permesso di osservare un monumento culturale reso ancor più suggestivo dai colori autunnali che hanno realizzato lo sfondo della nostra stupenda camminata.