Val Anzasca

Faderhorn o Pizzo Croce m. 2475

Partecipanti:
 Gita effettuata in data : 5-Agosto-2009                                                      

 Partenza da: Pecetto m. 1378
 Dislivello totale : m. 1097
 Difficoltà : E    
 Effettivo cammino h: 5,30

Come arrivarci: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione , sino all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca. Percorsa  in tutta la sua lunghezza, si raggiunge prima Macugnaga e in seguito la frazione Pecetto.

Parcheggiata l’auto nell’ampio parcheggio nei pressi della seggiovia per il Belvedere, ci incamminiamo lungo la pista da sci che costeggia la seggiovia stessa e la abbandoniamo poco dopo per dirigerci a destra lungo il vecchio sentiero per la Capanna Sella. Il sentiero si presenta disagevole ed invaso dalla vegetazione per cui consigliamo di seguire la pista da sci fino ad incontrare una palina segnavia che indica la direzione da tenere per la Capanna Sella. Seguendo le indicazioni, ci indirizziamo verso la parete rocciosa e, ci inoltriamo nel fianco della montagna per risalire una ripida scalinata ed alcuni tornanti, protetti da corde poste a uso di ringhiera,  che permettono di superare due dossi pietrosi. Durante la salita incontriamo e conosciamo Federico, un simpatico ragazzo di Padova che è in Anzasca per conoscerne le sue bellezze... dopo una vacanza trascorsa sulle Dolomiti. Proseguiamo nel nostro cammino e siamo attratti da un picchiettio che proviene dalla roccia sovrastante, risaliti pochi metri, ci imbattiamo in: Giuseppe “ il baffo ″ che aiutato da Ferdinando, sta scolpendo nella roccia una bellissima aquila ritratta nell’atto di carpire una preda. Giuseppe ci racconta che è conosciuto come lo scultore della zona e che percorrendo i sentieri nei dintorni di Macugnaga è facile imbattersi in diverse sue opere. Salutati i due cortesi personaggi, proseguiamo seguendo il sentiero che sbuca sulla sella prativa conosciuta in loco come Barboûloûbode m. 1800 (h1,15), la visione del Ghiacciaio del Belvedere è a dir poco fantastica e strabiliante, da questo osservatorio privilegiato è interessante l’osservazione del  ramo di sinistra del ghiacciaio dal quale scaturisce ben evidente il Torrente Anza.  Percorso il pianoro, ci avviciniamo nuovamente al fianco della montagna e, nei pressi di una lapide, posta a ricordo di una vittima della montagna, aiutati anche da una palina segnavie, abbandoniamo il sentiero per il Rifugio Sella e pieghiamo a destra seguendo il sentiero che entra tra i radi larici, dopo una breve salita, raggiungiamo dapprima i ruderi dell’Alpe Obal m. 1875 (h0,10;1,25) e successivamente quelli dell’Alpe Roffel m. 1990 (h0,10;1,35). Continuiamo nel nostro cammino e superate alcune vallette, raggiungiamo i prati dell’Alpe Fad che ci adducono all’Alpe Hinderbalmo m. 1950 (h0,10;1,45) dove, con un intelligente restauro conservativo un casolare dell’alpe, abbandonato da decenni, è stato adibito a bivacco ed intitolato ad Augusto Pala. Dopo una breve sosta al bivacco, per riposare le stanche membra e per ammirare lo splendido panorama che  si ha sul Monte Rosa,  ci incamminiamo lungo il sentiero e, risaliti faticosamente i pascoli d’alta quota in cui si avventurano oramai solo camosci e stambecchi, puntiamo alla sovrastante forcella e risaliamo faticosamente i ripidi pendii erbosi, aggiriamo un residuo nevaio e  guadagniamo la cresta che discende dal Faderhorn, usando più le mani dei bastoncini, superiamo l’ultimo risalto roccioso e raggiungiamo la vetta m. 2475 (h1,30;3,15). Posto all’estremità della cresta Sud del Corno Rosso il Faderhorn, o Corno di Fader, sovrasta con la sua elegante Croce, posata nel 1954, l’ampia conca di Macugnaga, da qui anche l’appellativo di Pizzo Croce. Dopo la sosta per scattare la foto a ricordo di questa stupenda cima in questa magnifica giornata, ritorniamo al Bivacco Hinderbalmo (h1,15;4,30) e finalmente, comodamente seduti sulle panche antistanti l’ordinato bivacco, effettuiamo la pausa pranzo. Durante la pausa, i nostri sguardi sono continuamente attratti dalla immensa parete est del Rosa che in questa tersa giornata ci appare talmente vicina tanto da poter essere toccata con mano. Ultimati i bagordi, e dato uno sguardo all’orologio, stabiliamo che nonostante tutto questo spettacolare colpo d’occhio, è giunto il momento di abbandonare questo scenario incantato ed iniziare a scendere verso valle. Il percorso di ritorno avviene ripercorrendo in discesa gli stessi sentieri saliti al mattino, eccezion fatta per il tratto terminale del tragitto che effettuiamo seguendo per intero la pista da sci. Al termine dell’itinerario che si snoda completamente nell’oasi faunistica del Monte Rosa, ci ritroviamo alla macchina (h1,00;5,30),stanchi ma soddisfatti e largamente gratificati dalla stupenda gita effettuata. Ci dispiace che l’amico Flavio ( www.cappef.com ) oggi abbia preferito la bicicletta...si sarà certo divertito ma ha perso una grossa occasione...una così bella cima ed il Rosa in queste condizioni non capitano tutti i giorni!