Svizzera

Pizzo di Corgella m. 1703

Partecipanti:
 Gita effettuata in data : 22-Aprile-2009                                                      

 Partenza da: Monti del Tiglio m. 1052
 Dislivello totale : m. 840
 Difficoltà : E    
 Effettivo cammino h: 3,30

Come arrivarci: Da Lugano proseguire direzione Bellinzona ed  uscire a Rivera, seguire la strada cantonale fino a Bironico e poi salire in Val d'Isone. Transitando per Medeglia e Isone si raggiungono i Monti del Tiglio. La strada di accesso si trova nella zona militare adibita a piazza d'armi, prima di partire è bene accertarsi che non siano in corso delle esercitazioni. La domenica non ci sono problemi.

Lasciamo l’auto nei pressi della caserma militare e prendiamo atto dei comunicati esposti nell’apposita bacheca che, inequivocabilmente, ci informa di dove siamo e come ci si deve comportare in caso di...ritrovamenti! Appurato che non ci sono esercitazioni in corso, seguiamo le indicazioni riportate sui cartelli segnavie e ci incamminiamo lungo la strada che si inoltra nella Valle di Caneggio. La strada si presenta asfaltata e chiusa al traffico, in breve raggiungiamo e tralasciamo la deviazione che porta all’alpe di Cremorasco dove sorge l’omonima capanna che ci riserviamo di visitare compiendo il percorso di ritorno. Dopo circa 30 minuti di cammino, giungiamo al termine dell’asfalto per continuare su sterrato che poco dopo si trasforma in un ombreggiato sentiero, sempre ben segnato, che si inoltra in uno splendido bosco di faggi, procediamo quasi in falsopiano sino a che sbuchiamo nella radura su cui sorgono le isolate baite di Corte Inferiore m. 1421 (h1,05). Abbandoniamo il sentiero che continua nella valle e ci indirizziamo a sinistra delle baite per iniziare a risalire il canale che scende dal Pizzo, ci portiamo sul filo di cresta e guadagnando  quota la vista si apre sul versante di Bellinzona presentandoci scorci panoramici di notevole interesse. Come al solito, Flavio  (www.cappef.com ), ci precede per aprirci la strada ed indicarci i passaggi più agevoli evitandoci così delle inutili faticacce aggiuntive. Superiamo tratti in cui è ancora presente la neve, qualche roccetta leggermente esposta per ritrovarci sul crinale che percorriamo per raggiungere infine il Pizzo di Corgella m. 1703 (h0,40;1,45) identificato da una semplice palina segnavie e da un ometto di sassi. Dalla cima si gode di un’ampia panoramica che ci permette di identificare le sagome degli innumerevoli monti che si perdono a vista d’occhio; fra tutti  spicca maestoso il Monte Rosa,  che anche se molto discosto da noi, si presenta con tutto il suo fascino, lo sguardo spazia su tutta la regione sottostante: partendo da sinistra un giro d’orizzonte a 360° ci permette di vedere in successione: il delta della Maggia, Bellinzona, i Monti di Saurù, il Pizzo di Claro, il Camoghè per tornare a chiudere il giro osservando di nuovo l’azzurro del Lago Maggiore in cui si specchia Locarno con sullo sfondo i monti del Vallese. Scattiamo l’oramai abituale foto ricordo per poi iniziare a scendere lungo il filo di cresta in direzione della zona del Cucchetto m. 1571 (h0,15;2,00), residui nevai ricoprono gli inselvatichiti pascoli alti da cui lanciamo un’ultima occhiata al sottostante Piano di Magadino. Flavio, Gian Mario e Claudio procedono con passo sicuro sui rinsecchiti erboni; lanciamo un ultimo sguardo alla cresta appena discesa prima di immettersi nella faggeta dove Claudio trova una (s)comoda poltrona?!? Continuiamo a seguire una traccia di sentiero , ora più visibile, che ci riporta sulla strada asfaltata nei pressi della deviazione (h1,00;3,00) per la Capanna Cremorasco. Decidiamo di raggiungerla per effettuare la sosta pranzo; prendiamo il sentiero che  in leggera salita si avvia sulla destra e raggiungiamo la spianata su cui sorge la simpatica capanna m. 1095 (h0,10;3,10), ci accomodiamo sui lastroni del belvedere dove è collocata una comoda panchina su cui ci sistemiamo per addentare i nostri panini che, farciti da un indescrivibile scorcio di panorama da cartolina, ci danno la sensazione di essere qualcosa di speciale. Prima di lasciare la capanna, Flavio e Gian Mario, binocolano tutta la zona facendo a gara a chi individua più cime, sono veramente tante e resta il dubbio, sono state tutte realmente individuate correttamente o qualcuno ha barato? Se così fosse pazienza, moltissime sono state effettivamente indicate correttamente. A questo punto non ci  resta che ritornare sui nostri passi e ripercorrere il breve tratto di sentiero che ci riporta sulla strada asfaltata e da lì riguadagnare in breve la vettura (h0,20;3,30) al termine di un’altra giornata super per la quale grande merito va a Flavio, che ha organizzato e coordinato la gita guidandoci, come sempre, sul percorso sicuro.