Come arrivarci:
:
Raggiunta Verbania, si sale in direzione di Santino capoluogo di
San Bernardino Verbano,da cui si raggiunge la frazione
di Rovegro; da qui si percorrono ( trattenendo il
fiato ) i restanti quasi 8 Km. che ci portano nella “
Piccola capitale della Val Grande ”.
A
Cicogna
parcheggiamo l’auto negli appositi spazi antistanti il
circolo e dalla piazzetta
ci incamminiamo verso il Monumento ai Caduti dove
imbocchiamo la scalinata che sale tra le case del paese,
per poi piegare a destra e raggiungere i
rustici del Roccolo
( h 0,20 ), situati su di un poggio esposto al sole.
Dall’alto si possono vedere le case che, semidistrutte
durante i bombardamenti del Giugno 1944, sono state
abilmente ricostruite utilizzando sassi e piode
provenienti dalle locali cave comunali; i
sassi e le piode
di Cicogna hanno la fama di essere le più belle presenti
in Valgrande. Saliamo lungo la
mulattiera lastricata a rizzada
che, ancora in ottimo stato di conservazione,
rimane come attestazione di come fossero
accuratamente costruite le strade alpine. Realizzata con
l’uso di sassi e consolidata da muri di sostegno e
canaletti di scolo delle acque piovane, continua in
costante salita sino a raggiungere
l’Alpe Prà
m. 1250 ( h 0,50;1,10 ) dove al culmine dei
prati,
al limitare della faggeta,
sullo spartiacque tra la Val grande la Val Pogallo,
in splendida posizione panoramica sorge, tra una
seducente
corona di monti
ed il
bacino del Lago Maggiore
la “ Casa dell’Alpino ”. Poco al di sotto, al limite
delle baite del vecchio alpeggio, è situato il
masso cuppellato,
innalzato a simbolo della selvaggia bellezza della
Valgrande. La Casa dell’Alpino, costruita all’inizio del
secolo scorso dall’industriale Pierino Maioni come casa
di caccia, venne acquistata alla fine degli anni trenta
dall’A.N.A. di Intra, allora Battaglione Verbano del 10°
reggimento alpini che, eseguiti i lavori di
sistemazione, la inaugurò il 27 agosto 1939
destinandola al sereno riposo
dei soci. Ristrutturata dopo gli eventi bellici, durante
i quali fu quasi completamente distrutta, venne
inaugurata per la seconda volta
nel 1953. Da allora la
Casa dell’Alpino, dotata
di diciotto
posti letto, di
energia elettrica prodotta da pannelli fotovoltaici e di
acqua corrente,
oltre che una porta d’accesso, è un punto di riferimento
per tutti coloro che vogliono percorrere i sentieri
della Valgrande. Oggi fra coloro che si curano della
manutenzione e del buon funzionamento della struttura,
affidata agli Alpini di Possaccio (tel.
0323 571329 )
ci sono
gli
amici Claudio e Giuseppe
ai quali, in occasione della loro graditissima
salita al Ferioli,
avevamo promesso che avremmo ricambiato la visita nel
giorno della loro chiusura annuale. E siccome ogni
promessa è debito, eccoci qui per trovare gli amici e
coadiuvarli nelle operazioni di chiusura. Al nostro
arrivo, veniamo accolti calorosamente e con spirito di
cameratismo, ci mettiamo a disposizione per dare una
mano nel fare le operazioni che si prospettano ed
aiutiamo ad accatastare ordinatamente la legna in attesa
del “rancio” che, cucinato con bravura da
Ezio,
prevede
polenta e spezzatino
di cervo. Mentre ci tratteniamo ad osservare gli
oggetti rari
che adornano le pareti e l’immancabile “
preghiera dell’alpino”,
veniamo raggiunti da Flavio (
www.cappef.com ), Nick, Avio e Guido che, di ritorno
dalla Cima Sasso, sapendo della nostra presenza in zona,
passano a salutare tutta la compagnia e ne
approfittiamo per scattare una
foto con tutti gli amici.
Come succede in questi casi, senza quasi che ci se ne
accorga, arriva l’ora di affrontare la discesa, molto di
malavoglia lasciamo questo seducente luogo e, salutati e
ringraziati gli amici, che si sono superati per non
farci mancare nulla facendoci sentire come a casa
nostra, ci incamminiamo in direzione di Cicogna
lungo il sentiero percorso al mattino. Arriviamo alla
piazzetta, molto affollata,
a dimostrazione che il piccolo paesino sta riacquistando
una certa vitalità e recuperiamo l’auto per ripercorrere
quei terribili Km che ci separano da Rovegro dove la
viabilità ritorna pressoché normale e la tanto agognata
autostrada è lì oramai a poca distanza. Rientrando verso
casa, riesaminiamo la giornata appena trascorsa e
apprezziamo felicemente la grande capacità che
hanno
gli
Alpini
di infondere quello spirito di fratellanza che li
contraddistingue
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