Val Sesia

Alpe Sattal m.2097 e  Campo m.1923

Partecipanti:
 Gita effettuata in data : 3-Novembre-2009                                                      

 Partenza da: Fraz. Ronco. 1254
 Dislivello totale : m. 843
 Difficoltà : E
 Effettivo cammino h: 3,30

Come arrivarci: Percorrere la A26 sino al casello di Romagnano/Ghemme, quindi SS 299 fino ad Alagna. Superato l’abitato si rimonta la parte superiore della valle; al terzo ponte sulla destra, si attraversa il fiume Sesia, oltrepassando la Frazione Pedemonte, si giunge al termine della strada in Frazione Ronco.

Lasciato il parcheggio ci incamminiamo verso monte, seguendo le indicazioni del segnavia N° 9 che porta alla Bocchetta della Moanda m. 2422. Il sentiero risale il ripido pendio che scende dalla Cima Carnera, attraversa l’agglomerato di Wittwosma inferiore m. 1390 per poi raggiungere Wittwosma superiore m. 1479 (h 0,15;0,30). Procediamo oltrepassando un gruppo di baite per continuare a risalire il ripido sentiero a gradoni che si presenta già innevato. Raggiunto il bivio per l’alpe Sattal (h0,45;1,15) Claudio e Franco decidono di raggiungere Campo, mentre io salgo con Flavio ( www.cappef.com ) e Gian Mario all’Alpe Sattal, alpeggio da loro non ancora visitato. Ci incamminiamo sulla destra entrando in un bosco di ontanelle, rimontiamo l’ultimo scivoloso e ripido tratto, in parte ghiacciato, ed ecco che improvvisamente ci appare la bellissima costruzione dell’alpe Sattal m. 2097 (h 0,45;2,00). Scattate le usuali foto, scendiamo all’Alpe Campo Superiore m. 1932 (h 0,30;2,30) dove ci riuniamo agli amici. Il vero motivo che ci ha fatto ritornare da queste parti è stato quello di poter incontrare di nuovo Gilberto, da noi conosciuto il 4-Settembre-2009 al Rifugio Ferioli durante il nostro turno di gestione annuale. Gilberto e Stefano raggiunsero il rifugio per trascorrervi la notte per poi, al mattino dopo, scalare la parete Nord del Monte Tagliaferro ripetendo per l’ennesima volta l’arrampicata a quella montagna che è stata per anni la sua palestra di allenamento e che ha salito, in 1^ invernale nel 1959 aprendovi poi nel 1964 la via diretta della parete Nord. Subito ci colpì la pacatezza dell’uomo, il suo parlare misurato, la sua comunicativa, il suo modo di esprimersi che non lasciava trasparire alcuna emozione mentre ci raccontava delle sue numerose stagioni estive trascorse a fare il gestore presso la Capanna Margherita. La piacevole chiacchierata serale, ci permise di comprendere come la sua grande passione per la montagna lo spinse a voler riportare ai suoi antichi splendori l’Alpe Campo; un antico alpeggio ridotto in rovina e destinato a cadere nell’oblio, situato proprio ai piedi di quella montagna che per lui ha rappresentato tanto. Con la tenacia e la pazienza tipica degli uomini di montagna, Gilberto è riuscito a ristrutturare una antica baita risalente al 1878 al cui interno ha accuratamente inserito gli antichi attrezzi usati dagli uomini che vi abitarono in precedenza, creando un piccolo museo che riproduce il tipico ambiente Walser. Ultimati i lavori, la baita è diventata  la Capanna sociale del Cai di Alagna e Gilberto ne è l’appassionato custode e gestore, presente in loco da Maggio ad Ottobre. Arrivando a Campo, si rimane sorpresi dalla amenità del luogo, poco discosta sorge la bella cappella, dedicata a S. Uberto al quale è affidata la protezione del grazioso gruppo di case in pietra che costituiscono l’alpeggio dove, ogni anno al 3 Novembre, in occasione della festa del Santo protettore dei cacciatori,  si festeggia. All’ingresso della cappella una targa informa che qui sono conservati frammenti di storia dell’alpinismo come: la porta della prima Capanna Margherita e la campanella che alla stessa Capanna veniva  utilizzata nelle giornate di nebbia per indicare la via agli alpinisti. Prendendo a pretesto la festa di S. Uberto, saliamo a  trovare l’amico che troviamo intento a preparare una infinità di appetitose pietanze.  L’interno della capanna è completamente rivestito in legno e colmo di oggetti tipici e di pregiata fattura fra i quali: un tavolo da lavoro con i relativi attrezzi,  il torchio per pressare le forme, l’antico focolare e tanti altri caratteristici oggetti. Alle ore dodici viene celebrata la funzione religiosa officiata da Don Giuseppe ed al  termine tutti i partecipanti si ritrovano seduti ai tavoli per gustare quel che viene gentilmente servito. Nel frattempo veniamo raggiunti anche da Giuseppe dell’Alpe Sattal  ( www.alpesattal.com ) che si unisce alla compagnia. Durante il pranzo, Gilberto vigila attentamente, da perfetto padrone di casa, e verifica che non manchi nulla; tutto è impeccabile e ben rifocillati ci ritroviamo a gustare un ottimo caffé allungato con la particolare “acqua dell’alpe″. Per completare l’opera, entra in campo anche Angelo che, messo mano al suo kit da viaggio, distribuisce zuccherini alle erbe varie. Per concludere, Don Giuseppe, Gilberto e Marco intonano il “Canto della Valsesia″, purtroppo siamo oramai al termine di una giornata speciale trascorsa in compagnia di un uomo speciale; prova ne è la recente salita di una nuova via sul Rosa. Salutiamo e ringraziamo Gilberto,Silvia,Manuela e Mauro che unitamente a Stefano ci hanno ospitato cordialmente facendoci vivere una giornata che rimarrà per noi indimenticabile. Quando lasciamo l’alpeggio, nuvole grigie cominciano a far cadere qualche minuscolo fiocco di neve che contribuisce a rendere l’ambiente  ancor più suggestivo. Al ritorno, transitiamo per la frazione Ronco con le sue caratteristiche case Walser e raggiungiamo di nuovo il punto da cui eravamo partiti (h1,00;3,30) .

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